Una pratica assai diffusa tra le supermamme, un po' per necessità, un po' per attitudine, è quello di ottimizzare. Il tre per due l'hanno inventato loro: nel tempo in cui normalmente le persone normali fanno due cose, loro ne fanno minimo tre. Tralasciando i risvolti negativi riscontrabili in siffatte pratiche, ci si potrà concentrare su un esempio significativo: lavarsi i denti.
Mentre spazzolano energicamente denti e gengive prima di coricarsi esse non riescono a stare ferme e minimo minimo controllano lo status di sopracciglia cespugliose, ricrescita o fili bianchi, rughe incipienti. Altre volte si aggirano per il bagno (non è forse da cambiare il rotolo della cart'igienica? non sono forse ancora sparse le mutande dei loro adorati conviventi?); o, se il lavaggio si protrae, addirittura per la casa (spostano oggetti riposizionandoli nella sede esatta, cercano sotto il lavello l'anticalcare per il portaspazzolini, annotano sul post it, con la mano sinistra, quella cosa che sta per scappare di mente).
Ma altre volte, prese da un raptus di gioventù e allegria, si guardano a fare le facce buffe, si sorridono come matte, ballano sculettando cantando mentalmente una canzone rockeggiante.
Come quando da bambine, ignare le loro madri, approfittavano di quel lavarsi i denti per fare le circensi in equilibrio sul bordo della vasca, parlarsi allo specchio fingendosi dive, sorridere e canticchiare come a sanremo con lo spazzolino a mo' di microfono.
E qualche sera, con quella faccetta buffa e i capelli tirati indietro dalla fascia, non si vedono poi così lontane da quella bambine della foto, con i calzettoni, la gonnellina e l'orsetto in posa con loro.
E si chiedono quando abbiano smesso di saltellare, sorridere allo specchio e stare in equilibrio sul bordo della vasca. E soprattutto perché.
Mentre spazzolano energicamente denti e gengive prima di coricarsi esse non riescono a stare ferme e minimo minimo controllano lo status di sopracciglia cespugliose, ricrescita o fili bianchi, rughe incipienti. Altre volte si aggirano per il bagno (non è forse da cambiare il rotolo della cart'igienica? non sono forse ancora sparse le mutande dei loro adorati conviventi?); o, se il lavaggio si protrae, addirittura per la casa (spostano oggetti riposizionandoli nella sede esatta, cercano sotto il lavello l'anticalcare per il portaspazzolini, annotano sul post it, con la mano sinistra, quella cosa che sta per scappare di mente).
Ma altre volte, prese da un raptus di gioventù e allegria, si guardano a fare le facce buffe, si sorridono come matte, ballano sculettando cantando mentalmente una canzone rockeggiante.
Come quando da bambine, ignare le loro madri, approfittavano di quel lavarsi i denti per fare le circensi in equilibrio sul bordo della vasca, parlarsi allo specchio fingendosi dive, sorridere e canticchiare come a sanremo con lo spazzolino a mo' di microfono.
E qualche sera, con quella faccetta buffa e i capelli tirati indietro dalla fascia, non si vedono poi così lontane da quella bambine della foto, con i calzettoni, la gonnellina e l'orsetto in posa con loro.
E si chiedono quando abbiano smesso di saltellare, sorridere allo specchio e stare in equilibrio sul bordo della vasca. E soprattutto perché.
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