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traumi e vita

le supermamme a volte si trovano in un uragano di paura e dolore, il loro corpo le tradisce e sono costrette a stare lontano da casa per farsi curare. capiscono che la loro vita è preziosa ma sanno di essere un puntino in mezzo all’universo e si affidano al destino. in ospedale lontano dai loro cuccioli sono aiutate dalle loro supermamme ad accudirli e sanno che sono al sicuro ma piangono perché ne hanno nostalgia e hanno paura che anche i loro piccoli ne soffrano perché è quella che sentono, forte. E vorrebbero annusare il loro odore, i loro capelli, sentire le loro guance morbide per tutta la notte, invece di essere in preda agli incubi che il trauma riporta. E pregano che anche senza di loro i cuccioli crescano e trovino la felicità.

Anche quando tornano a casa dopo l’ospedale, e devono stare ferme a riposo (le supermamme non concepiscono la parola riposo e questo stato pur necessario risulta forzato e costrittivo), non desiderano altro che essere presenti e accudiscono i loro piccoli, anche stando sdraiate, seguendoli nei compiti, organizzando le loro giornate, sognando e progettando insieme a loro. I cuccioli spesso le commuovono soprattutto quando se ne escono con “avevo voglia di sentire il profumo del tuo rossetto” o “ma oggi ti sei vestita mamma, che bello”. Allora capiscono quanto preziosa è la normalità e si chiedono se davvero si debba passare attraverso il fuoco della paura per riuscire a capirlo. Le supermamme che passano attraverso questo cerchio di fuoco sperano di non dovere vivere mai più quell’esperienza e sperano di essere in grado per sempre di ricordarsi di vivere ogni istante con la ricchezza e la profondità che lo caratterizza. Così come sentono di aver capito.

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