Capita a volte che i figli comincino a fare domande che dimostrano lo scricchiolare di certe teorie, come quella della formichina/topolino che porta via dentini e riporta soldini; o come quella di sante o babbi o vecchiette che nottetempo ci ricolmano di regali. Le supermamme non vorrebbero mai che arrivasse quel momento che mette la parola fine ad un’era iniziata anni prima e che le riporta inevitabilmente a loro stesse.
Capita poi che una sera uno di quei figli perda l’ennesimo dente, non dentino, ma premolare, canino, magari un po’ maciullato e sporco, e che si interroghi su come sia possibile che una formica sia interessata a quella schifezza e soprattutto come faccia a trasportarla…
Le supermamme a malincuore decidono che è arrivato il momento di entrare nella fase due, quella della maggior consapevolezza, quella in cui ai sogni si unisce la dura realtà, quella in cui i loro cuccioli non saranno più presi in giro dai compagni perché credono a quelle cose. E allora si siedono amorevolmente sul bordo del letto e accarezzando la fronte al loro esserino decidono di svelare quel segreto che, pensano, non farà altro che avvalorare tutti quei dubbi che negli ultimi tempi venivano posti sull’argomento.
E invece no.
Invece si sbagliavano, non c’era nessun dubbio, o perlomeno era sempre ricacciato in un “voler credere” più forte di ogni evidenza.
Di fronte a quelle parole “siamo noi” le supermamme si sentono sprofondare perché vedono dinanzi a loro degli occhi luminosi spegnersi, perdersi, i pensieri volare lontano in una serie di connessioni e di due più due che toglie ogni respiro e ogni dubbio. Le supermamme sprofondano insieme alle loro creature nell’abisso dell’età adulta in cui anche se si vuole c’è meno spazio per quella fantasia, quel mondo, quella magia che non si vorrebbe far finire mai; si maledicono per aver rotto l’incantesimo; faticano ad addormentarsi; sanno in fondo che era il momento giusto (o no?).
Capita poi che una sera uno di quei figli perda l’ennesimo dente, non dentino, ma premolare, canino, magari un po’ maciullato e sporco, e che si interroghi su come sia possibile che una formica sia interessata a quella schifezza e soprattutto come faccia a trasportarla…
Le supermamme a malincuore decidono che è arrivato il momento di entrare nella fase due, quella della maggior consapevolezza, quella in cui ai sogni si unisce la dura realtà, quella in cui i loro cuccioli non saranno più presi in giro dai compagni perché credono a quelle cose. E allora si siedono amorevolmente sul bordo del letto e accarezzando la fronte al loro esserino decidono di svelare quel segreto che, pensano, non farà altro che avvalorare tutti quei dubbi che negli ultimi tempi venivano posti sull’argomento.
E invece no.
Invece si sbagliavano, non c’era nessun dubbio, o perlomeno era sempre ricacciato in un “voler credere” più forte di ogni evidenza.
Di fronte a quelle parole “siamo noi” le supermamme si sentono sprofondare perché vedono dinanzi a loro degli occhi luminosi spegnersi, perdersi, i pensieri volare lontano in una serie di connessioni e di due più due che toglie ogni respiro e ogni dubbio. Le supermamme sprofondano insieme alle loro creature nell’abisso dell’età adulta in cui anche se si vuole c’è meno spazio per quella fantasia, quel mondo, quella magia che non si vorrebbe far finire mai; si maledicono per aver rotto l’incantesimo; faticano ad addormentarsi; sanno in fondo che era il momento giusto (o no?).
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