Uno dei punti di osservazione ideali per studiare mamme e supermamme è il portone delle scuole primarie, nell’attesa che i bambini escano.
Diversamente dalla scuola dell’infanzia, in cui i genitori entrano a orari variabili per prelevare i loro frugoli, o dagli altri ordini di scuola, in cui l’attesa e i convenevoli sono ridotti al minimo o inesistenti, la scuola primaria offre questa opportunità.
Non sempre tale mumwatching si rivela attività interessante o piacevole, perché molte sono le specie di donne ivi raccolte. Sicuramente però sarà molto istruttiva.
Nascoste dietro occhiali da sole più o meno evidenti le supermamme si osservano a vicenda, forse si studiano, talvolta si ignorano.
C’è il gruppetto delle abituee, quelle che dispongono di maggior tempo, che arrivano quasi mezzora prima dell’orario e si appartano all’ombra di un albero a parlare-discutere-chiacchierare. Questo genere in particolare sa sempre tutto, assenze di compagni e maestre, festine organizzate o meno, compiti per la settimana, vacanze e ponti, scioperi, catechismo, e spesso prosegue questo web di informazioni nel pomeriggio, intessendo tele via sms.
Altre invece sono alberi isolati che fissano un punto lontano, non si sa se per pensare o per non essere importunate… si rianimeranno solo al clic del cancello e all’apparire laggiù di testoline colorate e vocianti.
Altre ancora parlano lingue strane, incomprensibili, indossano a volte veli, altre volte i piedi e le mani sono decorati con strani disegni. Eppure anche se non si conosce quella lingua pare di capire quello di cui stanno parlando: ”si sta ambientando… hanno chiesto altro materiale… oggi ho messo sul fuoco il pranzo e sono scappata qua… chissà se a ginnastica ha sudato…”.
Altre ancora sono perfette nei loro look all’ultima moda e suscitano sempre un po’ di invidia; ma come faranno ad avere sempre tutto così in ordine dai capelli alle unghie, dalle scarpe alla borsa? E sono l’esatto contrario del prototipo in tuta, perennemente in tuta, forse con forme non proprio longilinee, mocassini, calzettoni e capelli con foggia che non ricorda l’ultima moda.
C’è poi il tipo chiacchierone che ha bisogno di quei minuti di popolarità per liberare al vento la propria quotidianità, come per togliere tossine dal proprio essere. In genere tali soggette sono circondate da un gruppetto di fedeli, molto taciturne e annuenti.
C’è infine un altro genere, quello delle supermamme in corsa, che si fiondano direttamente dal lavoro, hanno parcheggiato nell’ultimo buco, con abilità impensata, corrono all’ultimo respiro e si meravigliano di dover anche aspettare quei trenta secondi. Secondi che impiegheranno rispondendo a sms arretrati, ottimo schermo per non dover interagire con quella multiforme umanità, in un secondo di pausa prima di riprendere la corsa.
Diversamente dalla scuola dell’infanzia, in cui i genitori entrano a orari variabili per prelevare i loro frugoli, o dagli altri ordini di scuola, in cui l’attesa e i convenevoli sono ridotti al minimo o inesistenti, la scuola primaria offre questa opportunità.
Non sempre tale mumwatching si rivela attività interessante o piacevole, perché molte sono le specie di donne ivi raccolte. Sicuramente però sarà molto istruttiva.
Nascoste dietro occhiali da sole più o meno evidenti le supermamme si osservano a vicenda, forse si studiano, talvolta si ignorano.
C’è il gruppetto delle abituee, quelle che dispongono di maggior tempo, che arrivano quasi mezzora prima dell’orario e si appartano all’ombra di un albero a parlare-discutere-chiacchierare. Questo genere in particolare sa sempre tutto, assenze di compagni e maestre, festine organizzate o meno, compiti per la settimana, vacanze e ponti, scioperi, catechismo, e spesso prosegue questo web di informazioni nel pomeriggio, intessendo tele via sms.
Altre invece sono alberi isolati che fissano un punto lontano, non si sa se per pensare o per non essere importunate… si rianimeranno solo al clic del cancello e all’apparire laggiù di testoline colorate e vocianti.
Altre ancora parlano lingue strane, incomprensibili, indossano a volte veli, altre volte i piedi e le mani sono decorati con strani disegni. Eppure anche se non si conosce quella lingua pare di capire quello di cui stanno parlando: ”si sta ambientando… hanno chiesto altro materiale… oggi ho messo sul fuoco il pranzo e sono scappata qua… chissà se a ginnastica ha sudato…”.
Altre ancora sono perfette nei loro look all’ultima moda e suscitano sempre un po’ di invidia; ma come faranno ad avere sempre tutto così in ordine dai capelli alle unghie, dalle scarpe alla borsa? E sono l’esatto contrario del prototipo in tuta, perennemente in tuta, forse con forme non proprio longilinee, mocassini, calzettoni e capelli con foggia che non ricorda l’ultima moda.
C’è poi il tipo chiacchierone che ha bisogno di quei minuti di popolarità per liberare al vento la propria quotidianità, come per togliere tossine dal proprio essere. In genere tali soggette sono circondate da un gruppetto di fedeli, molto taciturne e annuenti.
C’è infine un altro genere, quello delle supermamme in corsa, che si fiondano direttamente dal lavoro, hanno parcheggiato nell’ultimo buco, con abilità impensata, corrono all’ultimo respiro e si meravigliano di dover anche aspettare quei trenta secondi. Secondi che impiegheranno rispondendo a sms arretrati, ottimo schermo per non dover interagire con quella multiforme umanità, in un secondo di pausa prima di riprendere la corsa.
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