Passa ai contenuti principali

Magie e paure

Quando il dottore appoggia sulla pancia tesa e liscia quella specie di mouse pieno di gel le supermamme per un attimo trattengono il fiato. Non già per il brivido che le percorre per effetto del freddo gel azzurro e un po’ appiccicoso, quanto piuttosto per il condensato di pensieri inespressi e pur presenti sempre, ad ogni ecografia.
Il dottore si muove agilmente su quella luna bianca e sullo schermo appaiono forme strane più o meno identificate o identificabili, si sentono bip bip corrispondenti alle varie misure confrontate con parametri di ogni tipo, si sente il galoppo veloce di quel potente minuscolo cuoricino, e ancora le supermamme ostentando tranquillità trattengono un po’ il respiro.
Sì, perché vedere la loro creatura aggrovigliata tenersi i piedini con le mani e appoggiarli sulla testina fa trattenere il respiro. Vedere la pianta di quel piedino o quel nasetto all’insù nascosto da mille altre forme misteriose, le investe di un misto di paura ed emozione. Si sentono improvvisamente desiderose di conoscere quel musetto e di accarezzarlo e di sfiorare la morbidezza ineguagliabile di quella pelle; contemporaneamente non si sentono affatto pronte, anche se già mamme, temono il momento fatidico in cui dovranno affrontare il parto, la natura esplosiva, il sonno perduto, i nuovi rapporti famigliari, i nuovi ritmi, l’organizzazione di tutto, una nuova persona con cui relazionarsi.
Un altro brivido di paura le percorre, ma non è solo quella, è anche la magia dell’evento a cui non si è mai preparati, per quanto lo si pensi. E’ quella misteriosa vita che ondeggia dentro di loro, e le spinge, e le fa sussultare e si dondola al ritmo del loro cuore e che tra poco, pochissimo, terranno tra le braccia avvolte da nuvole di stoffe morbide e dolci pensieri.

Commenti

Post popolari in questo blog

Prima persona singolare

Esco dal mazzo delle supermamme e dei loro pensieri e prendo la parola. Da sei anni provo a raccontare me stessa e le altre come me attraverso questo blog. Voleva essere una specie di trattato “ de supermammibus ” una carrellata di ritratti, atteggiamenti, manie, paranoie, pensieri ed emozioni propri a chi fa il mestiere, difficile, sorprendente e meraviglioso, della mamma (che poi si intreccia a quello della figlia, della donna, della famiglia, di chi vive). Non so se ci sono riuscita, non so se, invece che parlare di noi , ho parlato solo di me ; non so se il mio punto di vista sulla vita abbia poi interessato qualcuno. Non sono riuscita a trasformare il blog in uno scambio di idee e, se da un lato questo confronto mi faceva paura, alla fine un riscontro mi è mancato. Il marketing pro domo mea (inglese + latino, che sfoggio!) non mi è mai riuscito: magari ho trovato casa, fidanzato, lavoro alle amiche e poi non ho avuto il coraggio di prendere il bidet nuovo per me. Credo sia una

Foto

Le foto sono tremende. Hanno un potere enorme: fissano attimi e te li sbattono inaspettatamente in faccia investendoti di ondate di nostalgia o commozione o di senso-del-tempo-che-passa (e troppo in fretta). Qualcuno è puntualmente ritratto mentre mangia, con la bocca piena e storta, qualcun altro in pose poco credibili, qualcun altro fa invidia a tutti per la sua fotogenicità, ad altri ancora viene messo in evidenza il nasone o il ciuffo storto, o le occhiaie troppo marcate. Spesso non ci si piace e quello che voleva essere un bel ricordo diviene spesso occasione per rimbrotti o risate collettive. Nelle case di tutte le supermamme girano foto di ogni tipo: chi le classifica ordinandole cronologicamente commentando ogni immagine; chi le tiene alla rinfusa in scatole da scarpe, con finta noncuranza; chi le conserva ancora nei vecchi portafoto anni Settanta dai colori arancione o verde sgargiante; chi le digitalizza, le stampa, le ingrandisce, le regala, le riproduce periodicamente per

Ottimizzare

Una pratica assai diffusa tra le supermamme, un po' per necessità, un po' per attitudine, è quello di ottimizzare. Il tre per due l'hanno inventato loro: nel tempo in cui normalmente le persone normali fanno due cose, loro ne fanno minimo tre. Tralasciando i risvolti negativi riscontrabili in siffatte pratiche, ci si potrà concentrare su un esempio significativo: lavarsi i denti. Mentre spazzolano energicamente denti e gengive prima di coricarsi esse non riescono a stare ferme e minimo minimo controllano lo status di sopracciglia cespugliose, ricrescita o fili bianchi, rughe incipienti. Altre volte si aggirano per il bagno (non è forse da cambiare il rotolo della cart'igienica? non sono forse ancora sparse le mutande dei loro adorati conviventi?); o, se il lavaggio si protrae, addirittura per la casa (spostano oggetti riposizionandoli nella sede esatta, cercano sotto il lavello l'anticalcare per il portaspazzolini, annotano sul post it , con la mano sinistra, quel