A volte le supermamme vorrebbero che qualcuno analizzasse scientificamente l'evoluzione delle famiglie del XXI secolo ed in particolare di quelle di cui loro fanno parte. Probabilmente questo modello per niente codificato, in mutamento e dalle moltissime variabili e sfaccettature, si ritroverà in qualche analisi storico-sociologica contemporanea e sicuramente in qualche libro di storia sociale dei loro posteri. Ma sono loro che vorrebbero capire e, capendo, sapere agire.
Perché a volte si ritrovano a pensare che tutto questo sormontarsi e sovrapporsi di ruoli rispetto al passato non le aiuta e anzi le disorienta.
Forse perché i loro uomini non si sono evoluti come loro hanno fatto o dovuto fare, forse perché loro stesse non sanno "mollare la presa" rispetto a certi predomini, forse perché l'evoluzione non è ancora completa e il cambiamento è sempre portatore di fatica. Certo è che a volte non sono così sicure che la loro condizione sia la migliore in senso assoluto. Non sono più scimmione, certo, ma cosa sono poi oggi?
Le supermamme del presente conoscono il famoso multitasking come condizione base della loro esistenza; loro cucinano tre pasti al giorno, stendono bucati con migliaia di calzini, vanno a riunioni per battesimi, comunioni, cresime, per sentire come vanno i figli a scuola, per il basket, la ginnastica, il pianoforte o la danza, fanno spese mirate e al volo o spesone dallo scontrino chilometrico, trasportano immondizie, zaini pesanti, borsoni lungo le scale uscendo al mattino… ma che c’è di strano? “Le femmine si sono da sempre occupate dei cuccioli e della famiglia”.
E’ vero, ma c’è un piccolo, insignificante, trascurabile particolare: loro lavorano anche fuori casa, spesso le loro mamme non lo facevano. Loro devono essere presentabili in ufficio, in negozio, a scuola, nell’ambulatorio o in fabbrica e devono arrivare sul posto di lavoro possibilmente timbrando in orario dopo una gimcana che metterebbe a dura prova qualsiasi altro bipede non avvezzo a ciò. Senza dimenticare, poi, quelle che vogliono anche prestare attenzione all’ambiente, al riciclo dell’acqua dell’insalata, ai giri in discarica, all’approvvigionamento di cibarie o oggetti che richiedono ulteriore energia (umana) da spendere; come le appassionate di cura del corpo e dei capelli, di volontariato in questa o quest’altra associazione…
La matassa dell’evoluzione del loro ruolo diviene difficile da districare. Solo le supermamme sociologhe si prenderanno anche questa cura!
Perché a volte si ritrovano a pensare che tutto questo sormontarsi e sovrapporsi di ruoli rispetto al passato non le aiuta e anzi le disorienta.
Forse perché i loro uomini non si sono evoluti come loro hanno fatto o dovuto fare, forse perché loro stesse non sanno "mollare la presa" rispetto a certi predomini, forse perché l'evoluzione non è ancora completa e il cambiamento è sempre portatore di fatica. Certo è che a volte non sono così sicure che la loro condizione sia la migliore in senso assoluto. Non sono più scimmione, certo, ma cosa sono poi oggi?
Le supermamme del presente conoscono il famoso multitasking come condizione base della loro esistenza; loro cucinano tre pasti al giorno, stendono bucati con migliaia di calzini, vanno a riunioni per battesimi, comunioni, cresime, per sentire come vanno i figli a scuola, per il basket, la ginnastica, il pianoforte o la danza, fanno spese mirate e al volo o spesone dallo scontrino chilometrico, trasportano immondizie, zaini pesanti, borsoni lungo le scale uscendo al mattino… ma che c’è di strano? “Le femmine si sono da sempre occupate dei cuccioli e della famiglia”.
E’ vero, ma c’è un piccolo, insignificante, trascurabile particolare: loro lavorano anche fuori casa, spesso le loro mamme non lo facevano. Loro devono essere presentabili in ufficio, in negozio, a scuola, nell’ambulatorio o in fabbrica e devono arrivare sul posto di lavoro possibilmente timbrando in orario dopo una gimcana che metterebbe a dura prova qualsiasi altro bipede non avvezzo a ciò. Senza dimenticare, poi, quelle che vogliono anche prestare attenzione all’ambiente, al riciclo dell’acqua dell’insalata, ai giri in discarica, all’approvvigionamento di cibarie o oggetti che richiedono ulteriore energia (umana) da spendere; come le appassionate di cura del corpo e dei capelli, di volontariato in questa o quest’altra associazione…
La matassa dell’evoluzione del loro ruolo diviene difficile da districare. Solo le supermamme sociologhe si prenderanno anche questa cura!
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