Passa ai contenuti principali

rendere grazie?

Ci sono volte in cui le supermamme non sopportano più di vedere calze rovesce buttate in giro per la stanza, mutande levate e lasciate in bagno,nè di dover ripetere all'ennesima potenza le stesse stessime cose che chiunque sarebbe in grado di avere ormai interiorizzato, nè di vedere e sentire i propri figli litigare acremente per una figurina, per un favore non fatto (ma cosa ti costa, poi?), per chi ha iniziato prima a fare qualcosa.
Altre volte, però, sentono così intensamente il privilegio di avere quei cucciolotti accanto che non sanno davvero come rendere grazie alla vita. E' vero, la restituzione di quel momento di grazia avviene sicuramente in uno degli spiacevoli stridii della vita con prole di cui si trattava sopra, ma ugualmente le supermamme sentono la grandezza e l'incommensurabilità di certi momenti.
Passeggiando di mattina presto per Firenze in cerca di scorci e di angoli illuminati dal sole di maggio, sentendosi allo stesso tempo accudite e accuditrici con quella mano stretta alla propria, girando per gli Uffizi e vedere la gioia di scoprire e riconoscere quadri in quegli occhi bambini ma che stanno crescendo, gustandosi, sedute su un terrazzino, una squisita bruschetta al pomodoro, chiacchierando come con un'amica con quella che è invece una tua creatura, sentendosi ricche nonostante la reale penuria di conquibus, riabbracciando il resto della famiglia impegnato prima in una improbabile gara di matematica, temendo che quella dolce fanciullezza si tramuterà ben presto in una lotta adolescenziale all'ultimo sangue, sentendo le ginocchia che non ce la fanno più a camminare, ma desiderando che quella giornata non finisca più con quella luce, quell'atmosfera e quella insolita armonia...
in quei casi le supermamme non sanno come rendere grazie.
Si accorgono che il secondo appena passato è stato di quelli da tenere in cantina e ne hanno già nostalgia.

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Prima persona singolare

Esco dal mazzo delle supermamme e dei loro pensieri e prendo la parola. Da sei anni provo a raccontare me stessa e le altre come me attraverso questo blog. Voleva essere una specie di trattato “ de supermammibus ” una carrellata di ritratti, atteggiamenti, manie, paranoie, pensieri ed emozioni propri a chi fa il mestiere, difficile, sorprendente e meraviglioso, della mamma (che poi si intreccia a quello della figlia, della donna, della famiglia, di chi vive). Non so se ci sono riuscita, non so se, invece che parlare di noi , ho parlato solo di me ; non so se il mio punto di vista sulla vita abbia poi interessato qualcuno. Non sono riuscita a trasformare il blog in uno scambio di idee e, se da un lato questo confronto mi faceva paura, alla fine un riscontro mi è mancato. Il marketing pro domo mea (inglese + latino, che sfoggio!) non mi è mai riuscito: magari ho trovato casa, fidanzato, lavoro alle amiche e poi non ho avuto il coraggio di prendere il bidet nuovo per me. Credo sia una ...

Riprese

La ripresa della scuola è un momento di passaggio nelle case di tutte le supermamme. Come qualcuno giustamente ha detto è settembre il vero mese che segna il passaggio dell'anno, nelle varie attività esterne ma anche dentro, nelle sensazioni ed emozioni. I pargoli ricominciano nelle varie cose da pargoli e le supermamme li seguono a ruota nelle varie cose da supermamme che seguono i pargoli. Non è un momento brutto, è semplicemente un momento di passaggio, di ripresa, di riprogrammazione, propositi, idee e lubrificazione degli ingranaggi. Ed è facile ripiegarsi sull'estate ormai sgocciolante e proiettarsi sull'autunno imminente. L'estate agli sgoccioli con le sue peculiarità: dormire fino a tardi il mattino, allungare le giornate in refrigeranti dopo cena, passare tempo in compagnia di amici, annoiarsi da soli nelle città svuotate, fare i vacanzieri al nord al sud al centro, in barche, aerei, automobili o biciclette, a lungo o in toccate e fuga,  leggere leggere e le...

A dura prova

Quando i pargoletti hanno pochi mesi di vita, o l’anno raggiunto a malapena, e quando magari i pargoletti sono due o più e vicini, da accudire in ogni cosa ovvero soffiare nasi, pulire culetti, imboccare pappe, rimboccare coperte, dissetare gole, ninnare corpicini, misurare temperature, … pensano che non ce la faranno mai. Non sempre, ma in certe giornate si sentono davvero immerse, impantanate, invischiate in un qui ed ora destinato a diventare eterno, senza soluzione di continuità, senza che ci sia più spazio alcuno per loro stesse. Poi l’evoluzione va da sé  e, a mano a mano che il tempo passa, quelle fatiche immani si allentano, si attenuano, si modificano. La fatica da fisica diviene psicologica. Da muscolare a cerebrale, fitta di domande, interrogativi, spiegazioni, compromessi, autonomie e ritorni alla gonnella della mamma. Codine, treccine, capelli sciolti, capelli corti, capelli arricciati, capelli con strani artifici: come le capigliature delle bambine anche quelle vit...