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Graffi e soffi

Certe volte le supermamme si sentono sbagliate e si interrogano sull’opportunità di quello che hanno fatto cercandovi potenziali errori. Altre volte invece sanno di aver fatto bene, correttamente, giustamente, ma l’attacco a sorpresa di altre della loro specie, che anziché solidarietà e gratitudine sbattono addosso recriminazioni o stupidità, le costringe a tirare fuori gli artigli, a soffiare forte in segno di pericolo, ad esternare con potenza le proprie ragioni con una grinta e un coraggio che solo le supermamme con una certa esperienza riescono a tirare fuori.
Questo non serve però a farle stare meglio. Anzi, si sentono svuotate, impoverite, tradite. E non tanto perché dubitino della propria buona fede o del proprio operato, ma perché si sentono lontane anni luce da quella specie di mamme, si sentono braccate, costrette, senza mani tese verso di loro. E’ quella parte di umanità che percepiscono così diversa, con la quale sembra impossibile arrivare a qualsiasi tipo di dialogo, di comunicazione, a farle sentire profondamente avvilite, a togliere loro la speranza in una qualsiasi evoluzione della specie che porti ad un miglioramento dell’umanità, a quella che in tanti dicono di cercare, la pace.
Troppi gesti fasulli, troppe parole di troppo, troppi insignificanti falsi valori sembrano circondarle. Ed anche se a sera arrivano messaggi e voci amorevoli di solidarietà da altri esseri simili a loro, ormai l’animo è ferito e non resta altro da fare che leccarsi pazientemente, accovacciate, sperando che passi quel peso dentro.

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Prima persona singolare

Esco dal mazzo delle supermamme e dei loro pensieri e prendo la parola. Da sei anni provo a raccontare me stessa e le altre come me attraverso questo blog. Voleva essere una specie di trattato “ de supermammibus ” una carrellata di ritratti, atteggiamenti, manie, paranoie, pensieri ed emozioni propri a chi fa il mestiere, difficile, sorprendente e meraviglioso, della mamma (che poi si intreccia a quello della figlia, della donna, della famiglia, di chi vive). Non so se ci sono riuscita, non so se, invece che parlare di noi , ho parlato solo di me ; non so se il mio punto di vista sulla vita abbia poi interessato qualcuno. Non sono riuscita a trasformare il blog in uno scambio di idee e, se da un lato questo confronto mi faceva paura, alla fine un riscontro mi è mancato. Il marketing pro domo mea (inglese + latino, che sfoggio!) non mi è mai riuscito: magari ho trovato casa, fidanzato, lavoro alle amiche e poi non ho avuto il coraggio di prendere il bidet nuovo per me. Credo sia una

Foto

Le foto sono tremende. Hanno un potere enorme: fissano attimi e te li sbattono inaspettatamente in faccia investendoti di ondate di nostalgia o commozione o di senso-del-tempo-che-passa (e troppo in fretta). Qualcuno è puntualmente ritratto mentre mangia, con la bocca piena e storta, qualcun altro in pose poco credibili, qualcun altro fa invidia a tutti per la sua fotogenicità, ad altri ancora viene messo in evidenza il nasone o il ciuffo storto, o le occhiaie troppo marcate. Spesso non ci si piace e quello che voleva essere un bel ricordo diviene spesso occasione per rimbrotti o risate collettive. Nelle case di tutte le supermamme girano foto di ogni tipo: chi le classifica ordinandole cronologicamente commentando ogni immagine; chi le tiene alla rinfusa in scatole da scarpe, con finta noncuranza; chi le conserva ancora nei vecchi portafoto anni Settanta dai colori arancione o verde sgargiante; chi le digitalizza, le stampa, le ingrandisce, le regala, le riproduce periodicamente per

Ottimizzare

Una pratica assai diffusa tra le supermamme, un po' per necessità, un po' per attitudine, è quello di ottimizzare. Il tre per due l'hanno inventato loro: nel tempo in cui normalmente le persone normali fanno due cose, loro ne fanno minimo tre. Tralasciando i risvolti negativi riscontrabili in siffatte pratiche, ci si potrà concentrare su un esempio significativo: lavarsi i denti. Mentre spazzolano energicamente denti e gengive prima di coricarsi esse non riescono a stare ferme e minimo minimo controllano lo status di sopracciglia cespugliose, ricrescita o fili bianchi, rughe incipienti. Altre volte si aggirano per il bagno (non è forse da cambiare il rotolo della cart'igienica? non sono forse ancora sparse le mutande dei loro adorati conviventi?); o, se il lavaggio si protrae, addirittura per la casa (spostano oggetti riposizionandoli nella sede esatta, cercano sotto il lavello l'anticalcare per il portaspazzolini, annotano sul post it , con la mano sinistra, quel