Guardare un film accanto alla propria figlia primogenita, nel buio del cinema, le fa sentire improvvisamente strane. Perché stavolta il film non è un cartone su cui ridere e sghignazzare, non è un family movie da star tutti insieme, ma un film "da grandi", da condividere come amiche, complici, mamme e figlia in un momento delicato della loro esistenza, quello in cui sentono entrambe che stanno crescendo e cambiando. Questa volta non hanno la mano del proprio marito da stringere nei momenti intensi o di paura, ma quell'ossuta mano più grande della propria, piena di forza giovane, e non sanno bene se prenderla e stringerla, ne hanno pudore: i ruoli sono cambiati. Quel film poi in qualche modo parla di loro: una ragazza deve fare le sue scelte autonomamente, contro il parere dei genitori che la amano tantissimo, contro le sue stesse abitudini; è chiamata a scegliere su quale sia la sua felicità, quella senza la quale non saremo mai pieni, e realizzati. Intuiscono solo il ...
...sono quelli di tutte le supermamme, quelli che per ultimi si fermano in tutte le case del mondo.