Quel giorno con i capelli al vento e al sole di maggio, quando per caso sfiorarono per la prima volta la mano di quel quasi sconosciuto, e poi le labbra, non sapevano altro che di loro stesse. E di quello che sognavano, se sapevano davvero sognare. Non sapevano, se non forse in fondo al loro cuore, che quello sarebbe stato il loro sposo. Non sapevano che con lui sarebbero passati in un soffio vent’anni. Che ogni giorno avrebbe riservato loro tutta quella gamma dei sentimenti e degli eventi e che assieme sarebbe stato meno duro. Non sapevano però che sarebbe stato anche così duro, ma neppure così denso, e bello e ricco. Non sapevano di come si sarebbero complicate la vita con ragionamenti e piccole scaramucce di egoismo e caparbietà capaci di rovinare le giornate. Non sapevano della generosità e dell’altruismo del loro compagno di strada. E neppure di tutte quelle cartoline che la vita avrebbe spedito loro: le immaginavano piene di cuoricini e saluti gentili e invece a volte le avre...
...sono quelli di tutte le supermamme, quelli che per ultimi si fermano in tutte le case del mondo.