Passa ai contenuti principali

Graffi e soffi

Certe volte le supermamme si sentono sbagliate e si interrogano sull’opportunità di quello che hanno fatto cercandovi potenziali errori. Altre volte invece sanno di aver fatto bene, correttamente, giustamente, ma l’attacco a sorpresa di altre della loro specie, che anziché solidarietà e gratitudine sbattono addosso recriminazioni o stupidità, le costringe a tirare fuori gli artigli, a soffiare forte in segno di pericolo, ad esternare con potenza le proprie ragioni con una grinta e un coraggio che solo le supermamme con una certa esperienza riescono a tirare fuori.
Questo non serve però a farle stare meglio. Anzi, si sentono svuotate, impoverite, tradite. E non tanto perché dubitino della propria buona fede o del proprio operato, ma perché si sentono lontane anni luce da quella specie di mamme, si sentono braccate, costrette, senza mani tese verso di loro. E’ quella parte di umanità che percepiscono così diversa, con la quale sembra impossibile arrivare a qualsiasi tipo di dialogo, di comunicazione, a farle sentire profondamente avvilite, a togliere loro la speranza in una qualsiasi evoluzione della specie che porti ad un miglioramento dell’umanità, a quella che in tanti dicono di cercare, la pace.
Troppi gesti fasulli, troppe parole di troppo, troppi insignificanti falsi valori sembrano circondarle. Ed anche se a sera arrivano messaggi e voci amorevoli di solidarietà da altri esseri simili a loro, ormai l’animo è ferito e non resta altro da fare che leccarsi pazientemente, accovacciate, sperando che passi quel peso dentro.

Commenti

Post popolari in questo blog

Ragazzine

Le supermamme guardano distrattamente le loro figlie femmine, quelle coccolone e morbide, quelle vezzosette e chiacchierone, quelle che cominciano ad avere le amiche del cuore, quelle che non riescono a trovare la loro, quelle che ormai passano tanto tempo sui libri, quelle che ancor più distrattamente sono già ragazzine. Donne loro, le supermamme, donne saranno loro, le proprie figlie. Ma come? Dentro c’è il loro modello, c’è quello che hanno fatto, provato, vissuto, sentito; quello per cui hanno gioito o sofferto, le battaglie che hanno intrapreso e quelle che stanno ancora combattendo, quello che hanno perso e quello che hanno trovato. Ma per quelle bambine che scappano, cosa si immaginano, cosa desiderano? quale felicità? Non riescono a pensarle diverse da sé, ma neppure uguali. Le vorrebbero, sicure, forti, capaci di muoversi nelle tempeste, passionali e decise in amore, capaci di coltivare i loro sogni, di investire nel futuro con le idee geniali che già ora hanno, di costrui...

Perle preziose

Nella vita di ciascuno e quindi assolutamente anche in quella delle supermamme c’è una profonda esigenza di sentirsi in armonia. Ungaretti nella sua sinteticità esprimeva al meglio questo concetto quando scriveva “il mio supplizio è quando non mi credo in armonia”… Ebbene a volte accade che le supermamme vivano dei momenti, a volte degli istanti, in cui si sentano in pace con se stesse e con il mondo, vorrebbero far durare quel momento, sentono la pienezza e la vita attorno a sé, si sentono avvolte da qualcosa che è grande e le comprende assieme a ciò che è attorno a loro. Spesso nel vivere questa sensazione c’è di mezzo la natura, difficilmente la frenesia della vita di città, la televisione, le corse, gli stimoli e i bisogni veri e falsi della civiltà le fanno sentire altrettanto in armonia. Così vorrebbero conservare nel mucchio quelle perle preziose, e poterle tirare fuori nei giorni in cui la natura e il loro animo sono solo nebbia, uggia, foschia e buio. …Il sole che alle 8 in pu...

Piccolo racconto

La telecamera riprende dall'alto un'allegra tavolata, un venerdì sera come tanti. Adulti e bambini in allegria condividono una pizza, delle bibite, dei giochi sul cellulare, sorrisi e sguardi. Arriva la cameriera per ordinare i dolci, li elenca con dovizia di particolari, spiegando che sono tutti "fattincasa". E la tavolata si zittisce, tutti si guardano interrogativi, decidendo tacitamente cosa fare. I genitori si guardano tra loro, guardano la dottoressa, i bambini supplicano con lo sguardo i genitori, guardano imploranti la dottoressa, immaginano con l'acqulina fette di salame di cioccolata o tenerina. La cameriera resta perplessa con il blocchetto in mano, la penna pronta a segnare qualcosa. Poi una supermamma rompe gli indugi..."stiamo decidendo, sono tutti bambini diabetici..." La cameriera resta ancor più sorpresa come se non fosse possibile trovarsi di fronte ad una tavolata di bambini diabetici che si stanno divertendo, ma dallo sguardo si vede...