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5 anni

Cinque anni sembrano pochi e sono moltissimi. Cinque anni davanti al cancello della scuola primaria, la chiamano così, al mattino e a mezzogiorno, con le altre supermamme, i pulmini gialli, i papà, le nonne, l’incaricato di turno con delega a prelevare il piccolo, il pane in mano, la corsa dal lavoro, l’acqua sul fuoco, saluti veloci, pioggia all’uscita e pigne in testa con il vento, gli abbracci e i“come è andata” di rito. Le supermamme non si capacitano che quegli sdentati cucciolotti inesperti seduti composti e timidi in banchi più grandi di loro siano ora pronti per spiccare il volo verso l’altra scuola, quella che li porterà ad essere ancor più grandi e pur sempre cuccioli. Le lacrime inconsolabili dell’ultimo giorno di scuola della quinta, di bambini certo, ma anche di maestre e mamme, non sono facili da contenere. Portano con sé un’era che finisce, rapporti che si modificano, timore per il nuovo non solo per i ragazzini ma per le loro supermamme e le loro famiglie. In quelle lacrime e in quella struggente sensazione c’è il ricordo delle brave maestre che non verrà mai cancellato, che li accompagnerà per tutta la vita, che salterà fuori quando meno se l’aspettano, ma che sarà un ricordo. Non più quelle coccole consolanti, quella protezione, quell’accompagnarli passo dopo passo. Le supermamme riflettono sulle parole dei loro cuccioli: “grazie all’insegnamento delle mie maestre ora come in un videogioco sono pronto a passare al livello successivo”. Le supermamme e i loro ragazzini sono pronti a questo da tempo ma non si sentono pronti davvero mai in un misto di emozioni, parole e stanchezza che solo il tempo delle vacanze aiuterà a smistare.

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Prima persona singolare

Esco dal mazzo delle supermamme e dei loro pensieri e prendo la parola. Da sei anni provo a raccontare me stessa e le altre come me attraverso questo blog. Voleva essere una specie di trattato “ de supermammibus ” una carrellata di ritratti, atteggiamenti, manie, paranoie, pensieri ed emozioni propri a chi fa il mestiere, difficile, sorprendente e meraviglioso, della mamma (che poi si intreccia a quello della figlia, della donna, della famiglia, di chi vive). Non so se ci sono riuscita, non so se, invece che parlare di noi , ho parlato solo di me ; non so se il mio punto di vista sulla vita abbia poi interessato qualcuno. Non sono riuscita a trasformare il blog in uno scambio di idee e, se da un lato questo confronto mi faceva paura, alla fine un riscontro mi è mancato. Il marketing pro domo mea (inglese + latino, che sfoggio!) non mi è mai riuscito: magari ho trovato casa, fidanzato, lavoro alle amiche e poi non ho avuto il coraggio di prendere il bidet nuovo per me. Credo sia una

Foto

Le foto sono tremende. Hanno un potere enorme: fissano attimi e te li sbattono inaspettatamente in faccia investendoti di ondate di nostalgia o commozione o di senso-del-tempo-che-passa (e troppo in fretta). Qualcuno è puntualmente ritratto mentre mangia, con la bocca piena e storta, qualcun altro in pose poco credibili, qualcun altro fa invidia a tutti per la sua fotogenicità, ad altri ancora viene messo in evidenza il nasone o il ciuffo storto, o le occhiaie troppo marcate. Spesso non ci si piace e quello che voleva essere un bel ricordo diviene spesso occasione per rimbrotti o risate collettive. Nelle case di tutte le supermamme girano foto di ogni tipo: chi le classifica ordinandole cronologicamente commentando ogni immagine; chi le tiene alla rinfusa in scatole da scarpe, con finta noncuranza; chi le conserva ancora nei vecchi portafoto anni Settanta dai colori arancione o verde sgargiante; chi le digitalizza, le stampa, le ingrandisce, le regala, le riproduce periodicamente per

De supermatribus (1)

Quante supermamme incontro? tantissime, a partire dalle 7.45 davanti alla porticina secondaria della scuola dove i bambini entrano prima. Le vedo truccate, curate, sulle loro auto, nei loro pensieri, che raccolgono le forze per iniziare una nuova lunga giornata e mettere assieme i pezzi delle vite di tutti. Le vedo in bicicletta con due seggiolini vuoti, uno davanti e uno dietro, senza ombrello sotto la pioggia, correre verso casa dalla stazione perchè devono raggiungere i loro piccoli come mamma aquila, gufa, leonessa, con il loro stesso fiero istinto di proteggere, nutrire, riscaldare i cuccioli anche alle 8 di sera quando è buio e la giornata dovrebbe essere alla fine e loro devono reinventarsi le energie per il più importante momento della giornata. Le supermamme sono di specie molto diversa, alcune sono talmente diverse che in comune hanno solo il fatto di essere supermamme. penso ad alcune supermamme molto graffianti con la bocca vistosamente contornata di rosso, con