Come fanno le supermamme a diventare sante? Non si sa esattamente quale sia la procedura, certo è che talvolta sulle loro teste di diverso colore e foggia compare un barlume, un luccichio, un alone che farebbe pensare senza ombra di dubbio ad un’aureola. Non si sa se essa compaia dopo ore o giorni di sopportazione e pazienza oppure possa apparire subitanea per un improvviso evento che le porta alla beatificazione.
Nel primo caso infatti succede che le supermamme sopportino lunghi piagnistei, infinite richieste, chiamate continue diurne e notturne; debbano mediare tra cuccioli che litigano per ore e per futili motivi; debbano aspettare fuori da palestre, piscine, assorbire vapori clorati, ascoltare discorsi non richiesti e piagnucolii di figli non loro, debbano incitare al coraggio, portare in braccio bambini addormentati sul tram, con la borsa che scivola lungo il braccio, il piumino addosso che col caldo sembra ora un cilicio, provvedere a fame e sete improvvisa, o altrettettanto improvvise pipì e popò… e l’alone sulle loro teste compare.
Altre volte invece basta un attimo e succede che la loro giornata che sembrava serena volga al peggio e anziché godersi la piacevole stanchezza soddisfatta debbano rimboccarsi le maniche e risolvere situazioni. Nel bel mezzo di una pizza serale in compagnia, ad esempio, un improvviso probabile o improbabile mal di orecchie (già sedato da giorni di antibiotico, per la somministrazione del quale già c’era stata la crisi di coscienza delle suddette) fa piombare le supermamme in un tunnel di prostrazione e dubbi… sarà vero o è la stanchezza? Devo assecondare o ignorare? Avrà male o è solo stanco? Tutti i tentativi di distrazione del piccolo servono solo momentaneamente e al sorriso si alterna un lamento semi disperato per cui non si sa se consolare o schiaffeggiare (metaforicamente, s’intende!). Alle supermamme si fredda la pizza, si chiude lo stomaco, si sgonfia la birra, viene paura per la sorte del piccolo, rabbia per la propria sorte, angoscia per come sarà la notte, desiderio di passare un’allegra serata in compagnia, rimorso per non aver coperto abbastanza le orecchie, nervoso per l’esagerazione di quel lamento che sembra piuttosto costruito, frutto di stanchezza e voglia di attenzione più che d’altro. E se poi si aggiunge che il bambino in oggetto ad un certo punto sospende il lamento atroce per chiedere la benzina e che si indispettisce pure del fatto che la sua mamma non capisca che la benzina è la benzina (leggi: ho fame!, ma perché non dirlo???!?); e si aggiunge che il dolce pargolo, avuta la benzina, si addormenta in auto e dorme sino al mattino successivo senza problemi a confermare i precedenti sospetti di grande stanchezza; e si aggiunge che l’altro figlio senza le attenzioni della propria insostituibile mamma, mette su un broncio altrettanto snervante… be’, il minimo che possa capitare è proprio quell’aureola sulla testa.
Non è dato sapere se sia formata dalla luce dell’elevazione spirituale cui deve sottoporsi la supermamma o dal fumo della rabbia che monta da dentro ma con un po’ di attenzione si nota facilmente.
Nel primo caso infatti succede che le supermamme sopportino lunghi piagnistei, infinite richieste, chiamate continue diurne e notturne; debbano mediare tra cuccioli che litigano per ore e per futili motivi; debbano aspettare fuori da palestre, piscine, assorbire vapori clorati, ascoltare discorsi non richiesti e piagnucolii di figli non loro, debbano incitare al coraggio, portare in braccio bambini addormentati sul tram, con la borsa che scivola lungo il braccio, il piumino addosso che col caldo sembra ora un cilicio, provvedere a fame e sete improvvisa, o altrettettanto improvvise pipì e popò… e l’alone sulle loro teste compare.
Altre volte invece basta un attimo e succede che la loro giornata che sembrava serena volga al peggio e anziché godersi la piacevole stanchezza soddisfatta debbano rimboccarsi le maniche e risolvere situazioni. Nel bel mezzo di una pizza serale in compagnia, ad esempio, un improvviso probabile o improbabile mal di orecchie (già sedato da giorni di antibiotico, per la somministrazione del quale già c’era stata la crisi di coscienza delle suddette) fa piombare le supermamme in un tunnel di prostrazione e dubbi… sarà vero o è la stanchezza? Devo assecondare o ignorare? Avrà male o è solo stanco? Tutti i tentativi di distrazione del piccolo servono solo momentaneamente e al sorriso si alterna un lamento semi disperato per cui non si sa se consolare o schiaffeggiare (metaforicamente, s’intende!). Alle supermamme si fredda la pizza, si chiude lo stomaco, si sgonfia la birra, viene paura per la sorte del piccolo, rabbia per la propria sorte, angoscia per come sarà la notte, desiderio di passare un’allegra serata in compagnia, rimorso per non aver coperto abbastanza le orecchie, nervoso per l’esagerazione di quel lamento che sembra piuttosto costruito, frutto di stanchezza e voglia di attenzione più che d’altro. E se poi si aggiunge che il bambino in oggetto ad un certo punto sospende il lamento atroce per chiedere la benzina e che si indispettisce pure del fatto che la sua mamma non capisca che la benzina è la benzina (leggi: ho fame!, ma perché non dirlo???!?); e si aggiunge che il dolce pargolo, avuta la benzina, si addormenta in auto e dorme sino al mattino successivo senza problemi a confermare i precedenti sospetti di grande stanchezza; e si aggiunge che l’altro figlio senza le attenzioni della propria insostituibile mamma, mette su un broncio altrettanto snervante… be’, il minimo che possa capitare è proprio quell’aureola sulla testa.
Non è dato sapere se sia formata dalla luce dell’elevazione spirituale cui deve sottoporsi la supermamma o dal fumo della rabbia che monta da dentro ma con un po’ di attenzione si nota facilmente.
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