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voltarsi indietro

Capita che inaspettatamente, per la defaillance di un amico o un parente, le supermamme vengano invitate al teatro per fare compagnia e per riempire il posto altrimenti vuoto e già pagato.
Capita che le supermamme accettino senza indugi e riescano pure ad organizzare la serata già complicata a tempo record.
Così in un lampo si riprogrammano, si docciano per sentirsi in ordine e profumate (al teatro ci sono sempre nuvole di profumo) si vestono un po’ più elegantemente del solito (anche se non tutte le supermamme dispongono di una serie così vasta “da teatro”; anche se il dress code del teatro, noteranno poi, non è più così rigido come si ricordavano) e dopo una cena al volo (i toast risolvono a meraviglia!) partono per la meta.
Non sanno neppure cosa andranno a vedere ma il velluto rosso delle poltroncine, unito al tepore confortevole dell’ambiente, le accoglie morbidamente e le fa entrare subito in un’altra dimensione. Tralasciando il fatto che verso la fine un po’ di sonno le pervade (d’altra parte non sono più abituate alle uscite serali) e il fatto che qualunque cosa pur di uscire andava bene, le supermamme riescono a rilassarsi, a godersi la magia del palcoscenico, che non a caso è detta così, proprio perché si entra magicamente in un altro mondo e si dimenticano per un po’ gli affanni. E a fine recita sono proprio soddisfatte, contrariamente agli abituee pluri abbonati da anni che, vedendo di tutto e di meglio, trovano lo spettacolo noioso e insipido.
Così nella nebbia gelata di fine (sperano) inverno tornano al tepore delle loro case e nel tragitto si voltano un attimo indietro… no! Non è possibile! Da quando sono nati i loro cuccioli non sono più andati a vedere uno spettacolo di prosa che sia uno! Non è possibile che sia davvero così tanto tempo! Più di 10 anni! E’ vero che il cinema non è stato totalmente disertato, è vero che al teatro con i bambini si è andati abbastanza spesso, è vero che oltre il biglietto bisognava pagare anche la baby sitter, ma non sembra vero che sia tutto questo tempo. Eppure allora era così famigliare e consuetudinario… un titolo attirava, si prendevano i biglietti e si andava. Per non parlare di quando andavano con gli abbonamenti della scuola; ricordano il magico misto di odore di legno, stoffa, polvere non stantia e profumi nell’aria, ricordano le nuvole in controluce all’accensione dei fari, le mani che friggevano per far uscire attori più o meno famosi, la voce e il sorriso di quel compagno di liceo che le aveva fatte innamorare e soffrire per anni proprio a partire da uno di quei pomeriggi a teatro.
Le supermamme si voltano indietro un attimo a tutto questo prima di mettere la chiave nella toppa di casa e non si accorgono che sia passato tanto tempo perchè stasera si sentivano quasi come delle bambine a cui hanno pagato la gita, vergini e ingenue davanti al palcoscenico.

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