Nella sequela dei giorni uno dopo l’altro le supermamme rischiano di non accorgersi dell’unicità e dell’essenzialità delle piccole persone che hanno accanto. Scorrono i giorni in riti e ripetizioni che spesso si traducono in richieste, piccole rimostranze, rimproveri, indicazioni, perdendo di vista un po’ l’interiorità e la profondità.
Eppure arriva la nemesi. Sottile, leggera, strisciante.
Capita che una cucciolotta che sta crescendo parta per il campo scuola.
Niente di strano, le supermamme sono ormai avvezze a tali partenze. Certo, la prima volta che succede si sentono perse, si svegliano nel cuore della notte, pensano se avranno fatto bene a mandare i loro cuccioli inermi nella “foresta”, non vedono l’ora di sentirli al telefono, si pentono di averli sentiti perché non sono riuscite a capire se stavano bene davvero, ipotizzano qualsiasi situazione in cui quelle creature potrebbero aver bisogno di loro e loro non ci sarebbero… in sostanza, fin dalle viscere si sentono perse, come se mancasse qualcosa, come se avessero strappato loro un pezzo di corpo.
Ma questo le prime volte. In seguito, anzi, quell’assenza temporanea a cui hanno fatto l’abitudine è un’occasione di ritrovare se stesse e il rapporto con il proprio compagno, per tornare ad essere spensierati, o quasi, e dedicarsi un po’ a sé.
Questa volta è diverso. Le supermamme e le loro famiglie stanno vivendo un momento difficile, è un periodo di tristezza, di concentrazione, di cambiamento. Quella partenza per il campo scuola si inserisce in tutto ciò. Prima non ci avevano fatto caso, ma ora sentono che è così: quella cucciolotta che sta crescendo parte e loro si sentono perse. Perché? Hanno voglia di averla accanto, di sentire il suo odore, le sue domande stupide o intelligenti, la sua chiacchiera continua e stordente, di intrecciare le mani con quelle zampette da ragnetto che occupano sempre più spazio nelle proprie e addirittura sembrano dare sicurezza. Cosa sta cambiando? Loro (supermamme) hanno bisogno di loro (figli)? Loro (supermamme) si sentono così perse nella semi tranquillità della casa?
Una settimana passa in fretta, si dicono, ed è così, eppure è forse un momento storico.
Di sicuro, quando quelle creature scenderanno dal pullman dopo aver scoperto un mondo di cui loro non faranno mai parte, fatto di strani balletti, linguaggi, piscina e tuffi, discorsi nelle camerate, scaramucce tra maschi e femmine, le supermamme saranno contentissime.
Salvo pentirsi subito di aver idealizzato quella mancanza: la loro creatura è trasformata, non la riconoscono più, persino le movenze non sono le stesse, poca voglia di raccontare, ci si avvia alla seconda media...
E’ proprio un momento storico.
Eppure arriva la nemesi. Sottile, leggera, strisciante.
Capita che una cucciolotta che sta crescendo parta per il campo scuola.
Niente di strano, le supermamme sono ormai avvezze a tali partenze. Certo, la prima volta che succede si sentono perse, si svegliano nel cuore della notte, pensano se avranno fatto bene a mandare i loro cuccioli inermi nella “foresta”, non vedono l’ora di sentirli al telefono, si pentono di averli sentiti perché non sono riuscite a capire se stavano bene davvero, ipotizzano qualsiasi situazione in cui quelle creature potrebbero aver bisogno di loro e loro non ci sarebbero… in sostanza, fin dalle viscere si sentono perse, come se mancasse qualcosa, come se avessero strappato loro un pezzo di corpo.
Ma questo le prime volte. In seguito, anzi, quell’assenza temporanea a cui hanno fatto l’abitudine è un’occasione di ritrovare se stesse e il rapporto con il proprio compagno, per tornare ad essere spensierati, o quasi, e dedicarsi un po’ a sé.
Questa volta è diverso. Le supermamme e le loro famiglie stanno vivendo un momento difficile, è un periodo di tristezza, di concentrazione, di cambiamento. Quella partenza per il campo scuola si inserisce in tutto ciò. Prima non ci avevano fatto caso, ma ora sentono che è così: quella cucciolotta che sta crescendo parte e loro si sentono perse. Perché? Hanno voglia di averla accanto, di sentire il suo odore, le sue domande stupide o intelligenti, la sua chiacchiera continua e stordente, di intrecciare le mani con quelle zampette da ragnetto che occupano sempre più spazio nelle proprie e addirittura sembrano dare sicurezza. Cosa sta cambiando? Loro (supermamme) hanno bisogno di loro (figli)? Loro (supermamme) si sentono così perse nella semi tranquillità della casa?
Una settimana passa in fretta, si dicono, ed è così, eppure è forse un momento storico.
Di sicuro, quando quelle creature scenderanno dal pullman dopo aver scoperto un mondo di cui loro non faranno mai parte, fatto di strani balletti, linguaggi, piscina e tuffi, discorsi nelle camerate, scaramucce tra maschi e femmine, le supermamme saranno contentissime.
Salvo pentirsi subito di aver idealizzato quella mancanza: la loro creatura è trasformata, non la riconoscono più, persino le movenze non sono le stesse, poca voglia di raccontare, ci si avvia alla seconda media...
E’ proprio un momento storico.
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