Se anche le vedete con il sorriso sulle labbra a volte le supermamme lo usano da corazza, per resistere, per andare avanti, per capire, per dare un senso.
Alcune dormono a fianco del loro cucciolotto buttate sul letto di un ospedale e non vorrebbero essere lì affatto intristite e scomode e infreddolite, ma preferiscono essere lì, perchè si sentono accudite e un po' protette.
Alcune sanno da sempre che la loro creatura avrà vita breve, ma non mollano mai, neppure quando si preannuncia davvero l'epilogo di quella brevità.
Alcune faticano da sempre ad accettare l'idea di un figlio e non si sentono capaci di essere mamme, ma ugualmente si attaccano con le unghie alla vita se si tratta di proteggere i propri nati.
Alcune faticano ad accettare la fatica della quotidianità.
Alcune si preoccupano anche se non c'è da preoccuparsi, ma anche quella è preoccupazione.
Alcune hanno paura di non riuscire a covare un altro cucciolo nel loro ventre caldo che le ha tradite.
Alcune non capiscono come proprio il loro figliolo non riesca a farcela a scuola, almeno non come vorrebbero e si immaginavano.
Alcune sperano che inventino una nuova cura.
Alcune attendono con ansia di capire come crescerà il loro bambino.
Alcune a momenti sprofondano nella rassegnazione pigra e poco propositiva della malattia cronica.
Alcune non nominano mai la sofferenza.
Alcune le danno nomi e dati scientifici.
Alcune si nascondono nella frivolezza.
Alcune non sono più capaci di frivolezze.
Alcune sentono fin troppo tutto.
Alcune non sentono più niente.
Tutte sorridono, e quel sorriso è anche una mano tesa a dare aiuto; o a cercarlo.
Alcune dormono a fianco del loro cucciolotto buttate sul letto di un ospedale e non vorrebbero essere lì affatto intristite e scomode e infreddolite, ma preferiscono essere lì, perchè si sentono accudite e un po' protette.
Alcune sanno da sempre che la loro creatura avrà vita breve, ma non mollano mai, neppure quando si preannuncia davvero l'epilogo di quella brevità.
Alcune faticano da sempre ad accettare l'idea di un figlio e non si sentono capaci di essere mamme, ma ugualmente si attaccano con le unghie alla vita se si tratta di proteggere i propri nati.
Alcune faticano ad accettare la fatica della quotidianità.
Alcune si preoccupano anche se non c'è da preoccuparsi, ma anche quella è preoccupazione.
Alcune hanno paura di non riuscire a covare un altro cucciolo nel loro ventre caldo che le ha tradite.
Alcune non capiscono come proprio il loro figliolo non riesca a farcela a scuola, almeno non come vorrebbero e si immaginavano.
Alcune sperano che inventino una nuova cura.
Alcune attendono con ansia di capire come crescerà il loro bambino.
Alcune a momenti sprofondano nella rassegnazione pigra e poco propositiva della malattia cronica.
Alcune non nominano mai la sofferenza.
Alcune le danno nomi e dati scientifici.
Alcune si nascondono nella frivolezza.
Alcune non sono più capaci di frivolezze.
Alcune sentono fin troppo tutto.
Alcune non sentono più niente.
Tutte sorridono, e quel sorriso è anche una mano tesa a dare aiuto; o a cercarlo.
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