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Sorrisi

Se anche le vedete con il sorriso sulle labbra a volte le supermamme lo usano da corazza, per resistere, per andare avanti, per capire, per dare un senso.
Alcune dormono a fianco del loro cucciolotto buttate sul letto di un ospedale e non vorrebbero essere lì affatto intristite e scomode e infreddolite, ma preferiscono essere lì, perchè si sentono accudite e un po' protette.
Alcune sanno da sempre che la loro creatura avrà vita breve, ma non mollano mai, neppure quando si preannuncia davvero l'epilogo di quella brevità.
Alcune faticano da sempre ad accettare l'idea di un figlio e non si sentono capaci di essere mamme, ma ugualmente si attaccano con le unghie alla vita se si tratta di proteggere i propri nati.
Alcune faticano ad accettare la fatica della quotidianità.
Alcune si preoccupano anche se non c'è da preoccuparsi, ma anche quella è preoccupazione.
Alcune hanno paura di non riuscire a covare un altro cucciolo nel loro ventre caldo che le ha tradite.
Alcune non capiscono come proprio il loro figliolo non riesca a farcela a scuola, almeno non come vorrebbero e si immaginavano.
Alcune sperano che inventino una nuova cura.
Alcune attendono con ansia di capire come crescerà il loro bambino.
Alcune a momenti sprofondano nella rassegnazione pigra e poco propositiva della malattia cronica.
Alcune non nominano mai la sofferenza.
Alcune le danno nomi e dati scientifici.
Alcune si nascondono nella frivolezza.
Alcune non sono più capaci di frivolezze.
Alcune sentono fin troppo tutto.
Alcune non sentono più niente.
Tutte sorridono, e quel sorriso è anche una mano tesa a dare aiuto; o a cercarlo.

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Prima persona singolare

Esco dal mazzo delle supermamme e dei loro pensieri e prendo la parola. Da sei anni provo a raccontare me stessa e le altre come me attraverso questo blog. Voleva essere una specie di trattato “ de supermammibus ” una carrellata di ritratti, atteggiamenti, manie, paranoie, pensieri ed emozioni propri a chi fa il mestiere, difficile, sorprendente e meraviglioso, della mamma (che poi si intreccia a quello della figlia, della donna, della famiglia, di chi vive). Non so se ci sono riuscita, non so se, invece che parlare di noi , ho parlato solo di me ; non so se il mio punto di vista sulla vita abbia poi interessato qualcuno. Non sono riuscita a trasformare il blog in uno scambio di idee e, se da un lato questo confronto mi faceva paura, alla fine un riscontro mi è mancato. Il marketing pro domo mea (inglese + latino, che sfoggio!) non mi è mai riuscito: magari ho trovato casa, fidanzato, lavoro alle amiche e poi non ho avuto il coraggio di prendere il bidet nuovo per me. Credo sia una

De supermatribus (1)

Quante supermamme incontro? tantissime, a partire dalle 7.45 davanti alla porticina secondaria della scuola dove i bambini entrano prima. Le vedo truccate, curate, sulle loro auto, nei loro pensieri, che raccolgono le forze per iniziare una nuova lunga giornata e mettere assieme i pezzi delle vite di tutti. Le vedo in bicicletta con due seggiolini vuoti, uno davanti e uno dietro, senza ombrello sotto la pioggia, correre verso casa dalla stazione perchè devono raggiungere i loro piccoli come mamma aquila, gufa, leonessa, con il loro stesso fiero istinto di proteggere, nutrire, riscaldare i cuccioli anche alle 8 di sera quando è buio e la giornata dovrebbe essere alla fine e loro devono reinventarsi le energie per il più importante momento della giornata. Le supermamme sono di specie molto diversa, alcune sono talmente diverse che in comune hanno solo il fatto di essere supermamme. penso ad alcune supermamme molto graffianti con la bocca vistosamente contornata di rosso, con

Foto

Le foto sono tremende. Hanno un potere enorme: fissano attimi e te li sbattono inaspettatamente in faccia investendoti di ondate di nostalgia o commozione o di senso-del-tempo-che-passa (e troppo in fretta). Qualcuno è puntualmente ritratto mentre mangia, con la bocca piena e storta, qualcun altro in pose poco credibili, qualcun altro fa invidia a tutti per la sua fotogenicità, ad altri ancora viene messo in evidenza il nasone o il ciuffo storto, o le occhiaie troppo marcate. Spesso non ci si piace e quello che voleva essere un bel ricordo diviene spesso occasione per rimbrotti o risate collettive. Nelle case di tutte le supermamme girano foto di ogni tipo: chi le classifica ordinandole cronologicamente commentando ogni immagine; chi le tiene alla rinfusa in scatole da scarpe, con finta noncuranza; chi le conserva ancora nei vecchi portafoto anni Settanta dai colori arancione o verde sgargiante; chi le digitalizza, le stampa, le ingrandisce, le regala, le riproduce periodicamente per