Sarà capitato a molte supermamme di trovarsi d'estate in qualche località marina italiana o estera. E sarà anche capitato che qualcuno suggerisca quella o quell'altra spiaggetta, da scoprire per la trasparenza del mare, la sabbia bianca o dorata, la grotta turchese, la presenza di pesci, o ricci, o telline. E che qualcuno suggerisca di andare a fare i tuffi nella piscina naturale vicino alla spiaggia "di casa".
"Che bello!" sarà capitato che tutti abbiano pensato in coro. E già le supermamme ad immaginarsi una tranquilla e calma pozza d'acqua marina, sulle cui rive mettere il proprio asciugamano per stendersi al sole tra una dolce immersione e l'altra.
Mai previsione sarà stata più sbagliata!
Primo, perché la piscina d'acqua marina e trasparente e invitante si troverà ben sotto, a 5 metri da tutti loro; secondo, perché quei 5 metri saranno circondati da scogli; terzo, perché ci saranno autoctoni ragazzoni alti e muscolosi che da sempre si tuffano in quelle acque che faranno a gara per i tuffi più strani e spettacolari tra gli incoraggiamenti e gli applausi dei molti presenti; quarto, perché le vertigini saranno in agguato; quinto, perché ora i loro figli avranno deciso di provare: si tufferanno!
Inizialmente loro vorranno andarsene, non vedere le loro creature lanciarsi nel vuoto e magari anche sfracellarsi laggiù insanguinando quella limpida pozza. Poi subentrerà la ragione, una pseudo ragione, che le inviterà a non mostrare troppo il loro contorcersi di budella, e a mostrare invece un timido entusiasmo per quell'impresa, di sicuro a trattenersi dallo scoraggiare quell'esperimento; in un rapido consulto psicologico con se stesse decideranno: non tarperanno certo le ali al coraggio, alla voglia di provare e all'entusiasmo giovanile dei loro pargoli!
Così, quando alla fine tutto sarà fortunatamente andato bene, quando i ragazzi saranno emersi più e più volte indenni da quella pozza azzurra, e per di più con un livello di autostima alle stelle e un sorriso ampio da un orecchio all'altro, ecco allora si diranno di essere state brave. Brave a sostenere e incoraggiare nonostante la fifa, brave a restare lì a guardare, brave a superare se stesse per un motivo più alto.
E terrorizzate. Perché quello, si rendono conto, è solo il primo di molti tuffi nella vita delle loro creature. Che andranno incoraggiate, sostenute, lasciate andare anche in un apparente vuoto sotto, anche quando verrebbe voglia di non guardare, di sconsigliare, di starsene tranquille senza preoccupazioni. Perché si rendono conto che il tuffo d'ora in poi sarà un filo conduttore delle loro esistenze. Anche un tuffo al cuore, ma questa è un'altra storia.
"Che bello!" sarà capitato che tutti abbiano pensato in coro. E già le supermamme ad immaginarsi una tranquilla e calma pozza d'acqua marina, sulle cui rive mettere il proprio asciugamano per stendersi al sole tra una dolce immersione e l'altra.
Mai previsione sarà stata più sbagliata!
Primo, perché la piscina d'acqua marina e trasparente e invitante si troverà ben sotto, a 5 metri da tutti loro; secondo, perché quei 5 metri saranno circondati da scogli; terzo, perché ci saranno autoctoni ragazzoni alti e muscolosi che da sempre si tuffano in quelle acque che faranno a gara per i tuffi più strani e spettacolari tra gli incoraggiamenti e gli applausi dei molti presenti; quarto, perché le vertigini saranno in agguato; quinto, perché ora i loro figli avranno deciso di provare: si tufferanno!
Inizialmente loro vorranno andarsene, non vedere le loro creature lanciarsi nel vuoto e magari anche sfracellarsi laggiù insanguinando quella limpida pozza. Poi subentrerà la ragione, una pseudo ragione, che le inviterà a non mostrare troppo il loro contorcersi di budella, e a mostrare invece un timido entusiasmo per quell'impresa, di sicuro a trattenersi dallo scoraggiare quell'esperimento; in un rapido consulto psicologico con se stesse decideranno: non tarperanno certo le ali al coraggio, alla voglia di provare e all'entusiasmo giovanile dei loro pargoli!
Così, quando alla fine tutto sarà fortunatamente andato bene, quando i ragazzi saranno emersi più e più volte indenni da quella pozza azzurra, e per di più con un livello di autostima alle stelle e un sorriso ampio da un orecchio all'altro, ecco allora si diranno di essere state brave. Brave a sostenere e incoraggiare nonostante la fifa, brave a restare lì a guardare, brave a superare se stesse per un motivo più alto.
E terrorizzate. Perché quello, si rendono conto, è solo il primo di molti tuffi nella vita delle loro creature. Che andranno incoraggiate, sostenute, lasciate andare anche in un apparente vuoto sotto, anche quando verrebbe voglia di non guardare, di sconsigliare, di starsene tranquille senza preoccupazioni. Perché si rendono conto che il tuffo d'ora in poi sarà un filo conduttore delle loro esistenze. Anche un tuffo al cuore, ma questa è un'altra storia.
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