Tutte le supermamme devono procacciare cibo e altri generi necessari alla vita quotidiana per sé e per i loro cuccioli. Spesso l’operazione non si presenta semplice già in partenza, nel trovare uno scampolo di tempo tra lavoro-casa-compiti-sport-catechismo-casa-pensieri-visite-ed-altro. Il più delle volte la ricerca di cibo viene inserita tra una commissione e un’altra, con il tempo contato e necessita di una perfetta organizzazione. La fatica inizia già nella ricerca del parcheggio, se la supermamma si muove in auto, perché tale ricerca fa perdere tempo prezioso e sali minerali attraverso le sudate della supermamma. (Nel caso in cui la supermamma si muova in bicicletta il problema si presenterà alla fine quando la poveretta dovrà incastrare sporte traboccanti al manubrio e in equilibrio precario attraversare la città per raggiungere il nido di casa). Ma la difficoltà maggiore si manifesta quando puntualmente la supermamma non dispone di moneta per il carrello e, sfidando ogni logica di normalità, si affida al cestino posto all’ingresso del supermercato autoconvincendosi che la sua capienza “basterà, tanto devo prendere due cose”. I problemi di fronte ai quali la supermamma generalmente si trova a questo punto sono di due ordini: o il peso della spesa è relativamente poco ma l’ingombro è eccessivo, traboccante, e la supermamma ricorre ad ogni falange della mano, gomito e talvolta anche al mento per evitare di far precipitare dal cestino quanto vi continua ad inserire ; oppure l’ingombro relativamente modesto inganna e il cestino arriva a pesare diversi chili (si pensi alla casistica riso-pelati-candeggina-patate- farina- olio) ma la supermamma lo terrà sospeso eroicamente noncurante del fatto che i tendini dei polsi rischino la lacerazione, le vene lo schiacciamento, e che la sua andatura zoppicante e protesa da un lato la renda tutt’altro che elegante nel portamento. Caso ancor più arduo si verifica quando la supermamma, dotata già di propria borsa, si munisce anche di due cestini e rinuncia alla possibilità di avere una mano libera. In tal caso si troverà incapace di raccogliere qualsiasi cosa le sfugga al controllo (si pensi alla scatola dei pelati) e cercherà di fermarne la caduta con il piede che inevitabilmente ne risentirà. Raggiunta la cassa e superato lo choc nell’accorgersi che il cartoccio con il prosciutto crudo è finito sotto latte e patate diventando un unico ammasso piatto e schiacciato, una volta pagato la supermamma si avvia quasi rilassata verso casa. L’operazione trasferimento spesa, però, specie se manca l’ascensore, mette definitivamente a dura prova il sistema cardiocircolatorio delle suddette. A meno che, tempestivamente, amorevolmente e fortunatamente non intervenga un superpapà. E tutto prenda un’altra piega.
(sul mettere via la spesa secondo criteri condivisi dal resto della famiglia la trattazione merita un capitolo a parte).
(sul mettere via la spesa secondo criteri condivisi dal resto della famiglia la trattazione merita un capitolo a parte).
Quanto mi ritrovo in tutta questa descrizione... Anche la spesa con pancia meriterebbe però un capitolo a parte!
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