Un'altra occasione di incontro ed osservazione tra supermamme è la messa domenicale. Questa, lungi dall'essere momento di riflessione intimistica, contemplazione e tranquillità (per certi monaci o asceti lo può essere), diventa talvolta una sfida con le leggi della natura, altre volte un'occasione di osservazione e condivisione (e comunque il suo scopo forse non viene meno anche in tale occasione!).
Nel primo caso la sfida alle leggi della natura consiste nel presentarsi in un'affollata comunità in cui la media anagrafica è tutt'altro che bassa, magari sfidando le intemperie, e dover far di tutto per contenere cuccioli poco più che neonati che sgambettano, vocalizzano, sbattono manine e piedini su tutto ciò che rimbomba (possibilmente nei momenti di silenzio), girovagano per le navate saltellando, mangiano crackers appositamente portati dai genitori per alleviare il momento di pena. In questa turbolenta situazione il sudore dei genitori intenti a contenere le loro creature soprattutto dopo le terribili occhiate di qualche vecchiaccia scende lungo la schiena e l'ascolto di tutto ciò che viene pronunciato in quel luogo è un optional e spesso ciò non è neppure un male...
Nel secondo caso ugualmente le supermamme faticano ad ascoltare tutto ciò che viene detto, ma la situazione è molto più tranquilla, i cuccioli cantano nel coretto, fanno i chirichetti, si siedono con i coetanei...sono un po' più autonomi.
Così le supermamme osservano l'umanità presente e vedono tanti gesti simili ai lor pur nelle sfumature e nelle diversità... i famosi crackers distribuiti ai nuovi cucciolotti, assieme a barbapapà, colori, libretti (e le vecchie supermamme si sentono così sollevate di non essere più in quel periodo); un cucciolo che cade dall'inginocchiatoio e due mani dolci e miracolose che massaggiano il sederino; una supermamma che passeggia in un'andatura rilassante per far addormentare la sua creatura, un'altra che cerca un bagno in sacrestia; un'altra che spiega silenziosamente che laggiù c'è Gesù che dorme e bisogna parlar piano. E' una specie di zoo allegro e variegato che riconcilia con la vita.
E se anche tutto ciò che è messa a volte passa in secondo piano, la condivisione di quei gesti e di quei volti, quelle strette di mano sorridenti e quei canti spontanei, aiuta già a non sentirsi soli.
Nel primo caso la sfida alle leggi della natura consiste nel presentarsi in un'affollata comunità in cui la media anagrafica è tutt'altro che bassa, magari sfidando le intemperie, e dover far di tutto per contenere cuccioli poco più che neonati che sgambettano, vocalizzano, sbattono manine e piedini su tutto ciò che rimbomba (possibilmente nei momenti di silenzio), girovagano per le navate saltellando, mangiano crackers appositamente portati dai genitori per alleviare il momento di pena. In questa turbolenta situazione il sudore dei genitori intenti a contenere le loro creature soprattutto dopo le terribili occhiate di qualche vecchiaccia scende lungo la schiena e l'ascolto di tutto ciò che viene pronunciato in quel luogo è un optional e spesso ciò non è neppure un male...
Nel secondo caso ugualmente le supermamme faticano ad ascoltare tutto ciò che viene detto, ma la situazione è molto più tranquilla, i cuccioli cantano nel coretto, fanno i chirichetti, si siedono con i coetanei...sono un po' più autonomi.
Così le supermamme osservano l'umanità presente e vedono tanti gesti simili ai lor pur nelle sfumature e nelle diversità... i famosi crackers distribuiti ai nuovi cucciolotti, assieme a barbapapà, colori, libretti (e le vecchie supermamme si sentono così sollevate di non essere più in quel periodo); un cucciolo che cade dall'inginocchiatoio e due mani dolci e miracolose che massaggiano il sederino; una supermamma che passeggia in un'andatura rilassante per far addormentare la sua creatura, un'altra che cerca un bagno in sacrestia; un'altra che spiega silenziosamente che laggiù c'è Gesù che dorme e bisogna parlar piano. E' una specie di zoo allegro e variegato che riconcilia con la vita.
E se anche tutto ciò che è messa a volte passa in secondo piano, la condivisione di quei gesti e di quei volti, quelle strette di mano sorridenti e quei canti spontanei, aiuta già a non sentirsi soli.
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