Le nuove condizioni economiche delle supermamme lavoratrici fanno sì che sia sempre più difficile far quadrare i conti. Da un lato infatti il lavoro le assorbe dal mattino a sera (checché ne dicano in molti), e il lavoro poi raddoppia nella cura dei figli, della casa, del cibo…; dall’altro non solo il tempo non basta mai, ma neppure i soldi. Allora pensano: cosa poter tagliare di non indispensabile per poter tirare un po’ il fiato? (a dire il vero prima si erano chieste come poter aumentare le entrate, ma non essendo giunte ad alcuna risposta convincente, che non sfiorasse l’inverosimile, erano passati alla domanda successiva). E dopo molto mumble mumble arrivano alla conclusione che l’apparecchio non si può eliminare, la ginnastica neppure, il cibo biologico di base neppure (che senso ha proseguire per 10 anni e poi mollare?) e allora si può tagliare la “colf”. O meglio: si possono eliminare le 4 ore settimanali di pulizia della casa e le 4 ore bimensili di stiro della biancheria… Semplice no? Le supermamme sono soddisfatte del loro ritrovato e lo comunicano al resto della famiglia e alle amiche, che non sembrano altrettanto entusiasti. Sì, è vero, si recupererebbero un po’ di liquidi, ma pensate alle conseguenze… Così le supermamme ci pensano e immaginano, non tanto il superlavoro aggiuntivo nel fare tutto da sé, ma soprattutto l’assenza di quella splendida sensazione di entrare in casa e non vedere “gatti” di polvere in giro, nè quel dito di opaco che permeava tutto, di avere il piano della cucina lindo e strofinato, di avere le tapparelle leggermente tirate giù come in un hotel con la stanza a disposizione; oppure di vedere quella montagna inenarrabile di panni stropicciati miracolosamente trasformata in pile ordinate e profumate in giro per la casa. Pensano e immaginano a quel miracolo che avviene a giorni fissi, il miracolo signora G e signora F, e non sanno se sono realmente disposte a rinunciarvi.
Le supermamme guardano distrattamente le loro figlie femmine, quelle coccolone e morbide, quelle vezzosette e chiacchierone, quelle che cominciano ad avere le amiche del cuore, quelle che non riescono a trovare la loro, quelle che ormai passano tanto tempo sui libri, quelle che ancor più distrattamente sono già ragazzine. Donne loro, le supermamme, donne saranno loro, le proprie figlie. Ma come? Dentro c’è il loro modello, c’è quello che hanno fatto, provato, vissuto, sentito; quello per cui hanno gioito o sofferto, le battaglie che hanno intrapreso e quelle che stanno ancora combattendo, quello che hanno perso e quello che hanno trovato. Ma per quelle bambine che scappano, cosa si immaginano, cosa desiderano? quale felicità? Non riescono a pensarle diverse da sé, ma neppure uguali. Le vorrebbero, sicure, forti, capaci di muoversi nelle tempeste, passionali e decise in amore, capaci di coltivare i loro sogni, di investire nel futuro con le idee geniali che già ora hanno, di costrui...
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