Quando il dottore appoggia sulla pancia tesa e liscia quella specie di mouse pieno di gel le supermamme per un attimo trattengono il fiato. Non già per il brivido che le percorre per effetto del freddo gel azzurro e un po’ appiccicoso, quanto piuttosto per il condensato di pensieri inespressi e pur presenti sempre, ad ogni ecografia.
Il dottore si muove agilmente su quella luna bianca e sullo schermo appaiono forme strane più o meno identificate o identificabili, si sentono bip bip corrispondenti alle varie misure confrontate con parametri di ogni tipo, si sente il galoppo veloce di quel potente minuscolo cuoricino, e ancora le supermamme ostentando tranquillità trattengono un po’ il respiro.
Sì, perché vedere la loro creatura aggrovigliata tenersi i piedini con le mani e appoggiarli sulla testina fa trattenere il respiro. Vedere la pianta di quel piedino o quel nasetto all’insù nascosto da mille altre forme misteriose, le investe di un misto di paura ed emozione. Si sentono improvvisamente desiderose di conoscere quel musetto e di accarezzarlo e di sfiorare la morbidezza ineguagliabile di quella pelle; contemporaneamente non si sentono affatto pronte, anche se già mamme, temono il momento fatidico in cui dovranno affrontare il parto, la natura esplosiva, il sonno perduto, i nuovi rapporti famigliari, i nuovi ritmi, l’organizzazione di tutto, una nuova persona con cui relazionarsi.
Un altro brivido di paura le percorre, ma non è solo quella, è anche la magia dell’evento a cui non si è mai preparati, per quanto lo si pensi. E’ quella misteriosa vita che ondeggia dentro di loro, e le spinge, e le fa sussultare e si dondola al ritmo del loro cuore e che tra poco, pochissimo, terranno tra le braccia avvolte da nuvole di stoffe morbide e dolci pensieri.
Il dottore si muove agilmente su quella luna bianca e sullo schermo appaiono forme strane più o meno identificate o identificabili, si sentono bip bip corrispondenti alle varie misure confrontate con parametri di ogni tipo, si sente il galoppo veloce di quel potente minuscolo cuoricino, e ancora le supermamme ostentando tranquillità trattengono un po’ il respiro.
Sì, perché vedere la loro creatura aggrovigliata tenersi i piedini con le mani e appoggiarli sulla testina fa trattenere il respiro. Vedere la pianta di quel piedino o quel nasetto all’insù nascosto da mille altre forme misteriose, le investe di un misto di paura ed emozione. Si sentono improvvisamente desiderose di conoscere quel musetto e di accarezzarlo e di sfiorare la morbidezza ineguagliabile di quella pelle; contemporaneamente non si sentono affatto pronte, anche se già mamme, temono il momento fatidico in cui dovranno affrontare il parto, la natura esplosiva, il sonno perduto, i nuovi rapporti famigliari, i nuovi ritmi, l’organizzazione di tutto, una nuova persona con cui relazionarsi.
Un altro brivido di paura le percorre, ma non è solo quella, è anche la magia dell’evento a cui non si è mai preparati, per quanto lo si pensi. E’ quella misteriosa vita che ondeggia dentro di loro, e le spinge, e le fa sussultare e si dondola al ritmo del loro cuore e che tra poco, pochissimo, terranno tra le braccia avvolte da nuvole di stoffe morbide e dolci pensieri.
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