Le volte in cui alle supermamme tocca di aspettare nell'anticamera del medico di base, tra il sottile odore di disinfettante a confermare l'idea di pulizia, si accorgono di essere circondate da donne e uomini generalmente più più anziani di loro.
In queste inutili attese utili le supermamme hanno la sensazione di perdere il loro tempo e l'oggetto più osservato da tutti è lo squallido orologio appeso al muro retaggio di qualche casa farmaceutica.
Le situazioni che si presentano alle supermamme si alternano tra il malinconico e il buffo. Spesso il tono di voce delle persone presenti, complice l'incipiente sordità, è talmente alto che il concetto di privacy è molto relativo e l'anticamera diventa un vero e proprio villaggio globale: una signora enumera prodezze e corsi di studi dei suoi otto nipoti, un'altra si siede al tavolo delle riviste per spulciare e commentare ricette culinarie perchè lei "cucina cucina cucina"; un signore giovane (una volta) ostenta sicurezza; un marito ottantenne accompagna dolcemente la moglie con cui ha un'eterna confidenza, con la quale fa qualche risata, alla quale spiega quel che succede e si dice, riferisce i discorsi a lei che non solo non sente bene, ma soprattutto è persa in un mondo che non conosciamo e che non ci appartiene; una signora si apposta tutta bardata sulla sua sedia e incrocia le mani sulla borsa appoggiata sulle ginocchia come una sfinge in attesa.
In quell'illuminazione innaturale con il neon, con la sera che sta calando, le supermamme osservano capelli ingrigiti o resi gialli e stopposi da casalinghe tinture, sguardi segnati, scarpe oropediche, calze contenitive, sorrisi persi nel vuoto e si inquietano pensando se anche loro saranno infine così.
In queste inutili attese utili le supermamme hanno la sensazione di perdere il loro tempo e l'oggetto più osservato da tutti è lo squallido orologio appeso al muro retaggio di qualche casa farmaceutica.
Le situazioni che si presentano alle supermamme si alternano tra il malinconico e il buffo. Spesso il tono di voce delle persone presenti, complice l'incipiente sordità, è talmente alto che il concetto di privacy è molto relativo e l'anticamera diventa un vero e proprio villaggio globale: una signora enumera prodezze e corsi di studi dei suoi otto nipoti, un'altra si siede al tavolo delle riviste per spulciare e commentare ricette culinarie perchè lei "cucina cucina cucina"; un signore giovane (una volta) ostenta sicurezza; un marito ottantenne accompagna dolcemente la moglie con cui ha un'eterna confidenza, con la quale fa qualche risata, alla quale spiega quel che succede e si dice, riferisce i discorsi a lei che non solo non sente bene, ma soprattutto è persa in un mondo che non conosciamo e che non ci appartiene; una signora si apposta tutta bardata sulla sua sedia e incrocia le mani sulla borsa appoggiata sulle ginocchia come una sfinge in attesa.
In quell'illuminazione innaturale con il neon, con la sera che sta calando, le supermamme osservano capelli ingrigiti o resi gialli e stopposi da casalinghe tinture, sguardi segnati, scarpe oropediche, calze contenitive, sorrisi persi nel vuoto e si inquietano pensando se anche loro saranno infine così.
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