Nell’era di e-learning, e-commerce, e-teaching, e-mail, le supermamme vorrebbero cercare in rete tutto, in un istinto che ormai le porta con la mente e le dita a cercare in rete sia che si tratti di orari ferroviari, di ricette, sia di immagini di anfibi per la ricerca di turno.
Ma sanno che un rischio c’è: corrono con il pensiero alla rete come risolutrice di tutti i quesiti, come se cliccando potessero trovare tutte le risposte, da quelle di fede a quelle sul futuro, a come lenire un dolore, uno spavento, a come educare i propri figli.
E-ducare, condurre, dicevano gli antichi.
Sembrerebbe così facile prendere per mano e accompagnare le proprie creature lungo i sentieri diversi dell’esistenza, guidandoli, indirizzandoli, avvertendoli, insegnando loro trucchi e scorciatoie, a superare le fatiche, lo sconforto quando il sentiero si inerpica.
Ma si sbagliavano a sottovalutare l’impegno e la semplicità di quel gesto.
A volte si sentono perse loro stesse, soprattutto in questo compito. Stanno facendo bene? Hanno sbagliato strada? Li stanno troppo tenendo per mano? O troppo poco? ...ma come lasciarsi andare se si sentono così fragili e si abbarbicano con forza? Come, se il cambiamento li spaventa ed è difficile da gestire? Come, se altrimenti a loro pare di soffocarli? Alcune supermamme sembrano serene e tranquille nel gestire tutto anche se, a volte, da qualche parte, si mostra qualche cedimento.
Chi si interroga e riflette sul proprio operato è già sulla buona strada, dicono. E così le supermamme cercano di auto-confortarsi sperando che il loro buon senso, le nozioni apprese, il confronto e l’istinto mixati assieme rendano ragione del fatto che “le madri non sbagliano mai”, come ha insegnato a lungo un grande faro e maestro da poco scomparso.
Ma sanno che un rischio c’è: corrono con il pensiero alla rete come risolutrice di tutti i quesiti, come se cliccando potessero trovare tutte le risposte, da quelle di fede a quelle sul futuro, a come lenire un dolore, uno spavento, a come educare i propri figli.
E-ducare, condurre, dicevano gli antichi.
Sembrerebbe così facile prendere per mano e accompagnare le proprie creature lungo i sentieri diversi dell’esistenza, guidandoli, indirizzandoli, avvertendoli, insegnando loro trucchi e scorciatoie, a superare le fatiche, lo sconforto quando il sentiero si inerpica.
Ma si sbagliavano a sottovalutare l’impegno e la semplicità di quel gesto.
A volte si sentono perse loro stesse, soprattutto in questo compito. Stanno facendo bene? Hanno sbagliato strada? Li stanno troppo tenendo per mano? O troppo poco? ...ma come lasciarsi andare se si sentono così fragili e si abbarbicano con forza? Come, se il cambiamento li spaventa ed è difficile da gestire? Come, se altrimenti a loro pare di soffocarli? Alcune supermamme sembrano serene e tranquille nel gestire tutto anche se, a volte, da qualche parte, si mostra qualche cedimento.
Chi si interroga e riflette sul proprio operato è già sulla buona strada, dicono. E così le supermamme cercano di auto-confortarsi sperando che il loro buon senso, le nozioni apprese, il confronto e l’istinto mixati assieme rendano ragione del fatto che “le madri non sbagliano mai”, come ha insegnato a lungo un grande faro e maestro da poco scomparso.
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