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Considerazioni inaspettate dal diario di una supermamma

Certo che le supermamme che hanno vinto una vacanza pagata in un bio-hotel dell’Alto Adige grazie ad un concorso di disegno vinto da una propria creatura sono davvero fortunate. Vuoi mettere la soddisfazione?
Si può provare ad immaginare cosa possa succedere quando un’evenienza del genere si realizza.
Arrivando da una pianura straordinariamente calda e afosa in un paesaggio luminoso, verde, isolato e rilassante, anche al primo sguardo le aspettative non possono che essere altissime. Osservando sin dal viottolo quel castelletto bianco costruito con bioedilizia e incastonato come una pietra preziosa in quel contesto le aspettative si rinforzano.
Eppure entrando in quel silenzioso hotel nel primo pomeriggio (come entrare in una grande città la domenica), e osservando i due unici ospiti già visibili, che si scopriranno poi senza dubbio particolari, un leggero senso di inquietudine le pervade: i due ospiti parlano senza emettere suoni, sorseggiano acqua lentamente e indossano calzini alla caviglia rigorosamente uniti a sandali tedeschi; intorno c’è quasi troppo silenzio e la camera assegnata non ha il classico odore di igienizzazione standard degli alberghi normali, ma è pervasa da essenza di pino mugo (o almeno così le supermamme credono); alle pareti gentili scritte chiedono di non portare il cellulare a cena e di spegnerlo durante la notte; in bagno il sapone per le mani sembra zucchero di canna profumato… “Come farò a resistere qua due giorni?” si chiedono inquiete e un po’ ansiose le supermamme “Forse non è quello di cui avevo bisogno”...
Ma si sbagliavano di grosso! A parte il fatto che il sonnellino pomeridiano in quella quiete fresca e odorosa le rigenera e le ristora in poco tempo, ma poi tutto nei giorni successivi le fa entrare in una nuova dimensione, magica, diversa, rigenerante e vera, di cui (loro e il resto della famiglia) avevano inconsapevolmente bisogno. Cibo squisito scandito con ritmi nuovi ma molto funzionali (colazione abbondante e ricca, pranzo frugale e leggero, cena sontuosa ma equilibrata… e niente cellulare!), bagni in piscina, relax su comode chaise longue a osservare quel cielo e quel verde, non avere altri programmi e altre urgenze che quella di essere lì, e stare.
Proprio rilassate davanti al verde del bosco, osservando le nuvole basse che si spostano e il vento che passa muovendo più o meno delicatamente i ciuffetti dei pini, ripensano che “l’essenziale è invisibile agli occhi” come diceva Saint-Exupery e che il vento non si vede ma c’è nelle nostre vite,come cantava Christina Rossetti. E quasi si commuovono.
Loro non lo sapevano e non se lo immaginavano, eppure quello che tanto le spaventava all’inizio, la quiete, il silenzio, l’abbandono di tecnologie quotidiane e ritenute assolutamente indispensabili ad ogni istante (in camera niente tv), il buon cibo, la cordialità dei proprietari… tutto ciò le avrebbe fatte stare bene e in armonia e non vorrebbero andarsene più da lì.
Ps. - Solo alcuni particolari da chiarire: la capacità degli ospiti tedeschi o austriaci di tuffarsi nudi nel laghetto biologico alle 8 di sera e 13 gradi esterni (con figlie delle supermamme “normali” che aspettano alla finestra il momento della fuoriuscita dall’acqua); la capacità degli stessi di mangiare parlando in assoluto silenzio; la capacità di indossare quei sandali tedeschi con le calze.
Per il resto: consigliato!

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