Al mattino presto, o di sera prima di addormentarsi, all'inizio di un nuovo anno, di una settimana, di un nuovo percorso lavorativo, a messa durante l'omelia, sedute al tavolo di lavoro, mentre impastano o passano l'aspirapolvere le supermamme, come le migliori manager del mondo ("economia", in fin dei conti, deriva proprio da loro...) fanno programmi.
Su cosa? Su come distribuire le varie attività nel corso della giornata, su come non essere sopraffatte dalle incombenze riuscendo a ritagliarsi qualche attimo per togliere qualche pelo superfluo o andare dal dottore per un certificato, su come non lavorare dopo cena fino a ore tarde, su come e quando andare a fare la spesa per dare respiro al frigorifero che così vuoto un po' si sente solo, su cosa cucinare nel corso della settimana, come mettere a letto i pargoli in tempo per avere poi ancora un po' di vita a disposizione, come riuscire a incastrare una riunione di lavoro pomeridina con il rugby, la ginnastica artistica o il doposcuola, come lavarsi i capelli prima di cena, come far coincidere corse estenuanti con l'idea di una vita dai ritmi e dalle fattezze più umane...
Eppure, nonostante questi minuziosi programmi mentali o scritti o resi più glamour da agende digitali e smart phone, nonostante la migliore buona volontà nel fare un programma che eviti il più possibile i fuori programma, c'è sempre qualcosa che non quadra. E questo le fa infuriare o le deprime o le costringe a nuovi programmi interrogandosi su cosa esse sbaglino.
Forse mettono troppe cose in programma; forse non sono abili a prevedere tutti gli imprevisti; forse i propri figli sono i migliori sabotatori di programmi, o forse lo sono i datori di lavoro; forse non sanno calcolare i tempi; forse pensano di essere wonder woman; forse hanno davvero troppe cose da mettere nel loro carnet.
Di certo in certe giornate ricche di "fuori programma", in cui tutto quel che avevano previsto non è stato fatto e molto altro ha occupato quello spazio già destinato, in cui le loro idee sono andate in fumo, per non lasciarsi sopraffare dall'insoddisfazione e dalla sensazione di essere un fallimento, si siedono sfinite sul divano e zappano alla ricerca di un altro "programma" il più divertente e easy possibile, che per quella giornata le alleggerisca un po'. E domani, si sa, è un altro giorno.
Su cosa? Su come distribuire le varie attività nel corso della giornata, su come non essere sopraffatte dalle incombenze riuscendo a ritagliarsi qualche attimo per togliere qualche pelo superfluo o andare dal dottore per un certificato, su come non lavorare dopo cena fino a ore tarde, su come e quando andare a fare la spesa per dare respiro al frigorifero che così vuoto un po' si sente solo, su cosa cucinare nel corso della settimana, come mettere a letto i pargoli in tempo per avere poi ancora un po' di vita a disposizione, come riuscire a incastrare una riunione di lavoro pomeridina con il rugby, la ginnastica artistica o il doposcuola, come lavarsi i capelli prima di cena, come far coincidere corse estenuanti con l'idea di una vita dai ritmi e dalle fattezze più umane...
Eppure, nonostante questi minuziosi programmi mentali o scritti o resi più glamour da agende digitali e smart phone, nonostante la migliore buona volontà nel fare un programma che eviti il più possibile i fuori programma, c'è sempre qualcosa che non quadra. E questo le fa infuriare o le deprime o le costringe a nuovi programmi interrogandosi su cosa esse sbaglino.
Forse mettono troppe cose in programma; forse non sono abili a prevedere tutti gli imprevisti; forse i propri figli sono i migliori sabotatori di programmi, o forse lo sono i datori di lavoro; forse non sanno calcolare i tempi; forse pensano di essere wonder woman; forse hanno davvero troppe cose da mettere nel loro carnet.
Di certo in certe giornate ricche di "fuori programma", in cui tutto quel che avevano previsto non è stato fatto e molto altro ha occupato quello spazio già destinato, in cui le loro idee sono andate in fumo, per non lasciarsi sopraffare dall'insoddisfazione e dalla sensazione di essere un fallimento, si siedono sfinite sul divano e zappano alla ricerca di un altro "programma" il più divertente e easy possibile, che per quella giornata le alleggerisca un po'. E domani, si sa, è un altro giorno.
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