Sdraiate sul lettone con le loro figlie a contatto di pancia, guancia, respiro, mani, le supermamme stanno bene. Le superfiglie anche. Alle supermamme pare di non sentire altro che il respiro delle loro creature e se ascoltano bene capiscono di esse tante cose che a parole non si sentono. Senza parlare e pensare capiscono quel che è giusto per loro, perdonano quello che le aveva fatte arrabbiare, si perdonano di essersi arrabbiate. Le supermamme per un attimo si sentono coccolate dalle loro stesse creature e respirano a fondo e si cullano in quell'abbraccio. Poi interviene qualcosa e il caos torna sovrano, e di nuovo le supermamme organizzano, rimproverano, ascoltano, parlano... con un briciolo di saggezza in più.
Esco dal mazzo delle supermamme e dei loro pensieri e prendo la parola. Da sei anni provo a raccontare me stessa e le altre come me attraverso questo blog. Voleva essere una specie di trattato “ de supermammibus ” una carrellata di ritratti, atteggiamenti, manie, paranoie, pensieri ed emozioni propri a chi fa il mestiere, difficile, sorprendente e meraviglioso, della mamma (che poi si intreccia a quello della figlia, della donna, della famiglia, di chi vive). Non so se ci sono riuscita, non so se, invece che parlare di noi , ho parlato solo di me ; non so se il mio punto di vista sulla vita abbia poi interessato qualcuno. Non sono riuscita a trasformare il blog in uno scambio di idee e, se da un lato questo confronto mi faceva paura, alla fine un riscontro mi è mancato. Il marketing pro domo mea (inglese + latino, che sfoggio!) non mi è mai riuscito: magari ho trovato casa, fidanzato, lavoro alle amiche e poi non ho avuto il coraggio di prendere il bidet nuovo per me. Credo sia una
bello
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