Passa ai contenuti principali

Binari paralleli

Le donne non ancora supermamme spesso non capiscono il turbinio di eventi-emozioni-organizzazioni-mancanza di sé che caratterizza le vite delle loro colleghe femmine che hanno già figliato.
Sull’argomento si potrebbero aprire dissidi, contrasti, rivendicazioni.
Spesso sia per le une che per le altre si covano desideri più o meno celati e il dialogo talvolta può diventare difficile se non impossibile.
Anche le donne in attesa del primo cucciolo si tuffano ancora (non con il pensiero del tutto libero, però!) in aperitivi, gite dell’ultimo minuto, shopping senza freni, considerazioni esistenziali entusiasticamente possibiliste sulla loro vita futura: “in fondo con un bambino piccolo puoi fare praticamente tutto”! Salvo poi capire o semplicemente sentire che tutto, tuttissimo, è cambiato un secondo dopo aver sentito quel vagito.
Ma le donne non ancora supermamme si aggirano indaffarate nella loro esistenza, preoccupate di incastrare i loro mille impegni, lamentandosi perché la loro vita è una corsa, rinunciando al teatro perché sono troppo stanche, ignare del fatto che le supermamme devono fare lo stesso, ma incastrando molto di più. E ignare pure del fatto che le supermamme assistono impotenti alla “sindrome della sparizione”: sparizione di amici, o sedicenti tali, sparizione di tempo per sé (ove per tempo per sé si intende la possibilità di leggere dieci righe di seguito di qualsivoglia rivista o libro o istruzione del frigo nuovo); sparizione della possibilità di fare la pipì, la doccia, la cacca da sole!; sparizione di sedute rilassate dall’estetista; sparizione della tranquillità del giorno libero, di alzarsi tardi la domenica, di organizzare le proprie giornate in base ai propri impegni o proprie voglie…
Le non supermamme scendono le scale di casa al mattino sbuffando perché hanno le immondizie e possono impiegare anche dieci minuti per togliere meticolosamente dal vetro dell’auto due centimetri di neve. Le supermamme scendono le scale di casa rispondendo pazientemente (“OM”) ai gorgheggi o alle domande esistenziali dei propri cuccioli, con la propria borsa, una borsa aggiuntiva, la cartella o il cestino dell’asilo, le chiavi per chiudere e… le immondizie; e quando si accorgono che sul vetro c’è anche la neve, danno una passata con la manica del giaccone e via, verso le due o tre tappe prima di potersi rilassare arrivando al lavoro. (sui percorsi delle supermamme prima di andare al lavoro si aprirà un altro capitolo della trattazione)
Le supermamme talvolta intimamente invidiano gli esemplari della loro specie che non hanno ancora proliferato e si chiedono come facessero prima della nascita dei cuccioli a lamentarsi di non avere tempo. Ora, quando capita di essere senza figli, il tempo sembra perfino troppo e il silenzio della casa assordante. Le supermamme capiscono quindi di essere diventare super perché solo con superpoteri si riesce a continuare a correre su quei binari paralleli.

Commenti

Post popolari in questo blog

Ragazzine

Le supermamme guardano distrattamente le loro figlie femmine, quelle coccolone e morbide, quelle vezzosette e chiacchierone, quelle che cominciano ad avere le amiche del cuore, quelle che non riescono a trovare la loro, quelle che ormai passano tanto tempo sui libri, quelle che ancor più distrattamente sono già ragazzine. Donne loro, le supermamme, donne saranno loro, le proprie figlie. Ma come? Dentro c’è il loro modello, c’è quello che hanno fatto, provato, vissuto, sentito; quello per cui hanno gioito o sofferto, le battaglie che hanno intrapreso e quelle che stanno ancora combattendo, quello che hanno perso e quello che hanno trovato. Ma per quelle bambine che scappano, cosa si immaginano, cosa desiderano? quale felicità? Non riescono a pensarle diverse da sé, ma neppure uguali. Le vorrebbero, sicure, forti, capaci di muoversi nelle tempeste, passionali e decise in amore, capaci di coltivare i loro sogni, di investire nel futuro con le idee geniali che già ora hanno, di costrui...

Perle preziose

Nella vita di ciascuno e quindi assolutamente anche in quella delle supermamme c’è una profonda esigenza di sentirsi in armonia. Ungaretti nella sua sinteticità esprimeva al meglio questo concetto quando scriveva “il mio supplizio è quando non mi credo in armonia”… Ebbene a volte accade che le supermamme vivano dei momenti, a volte degli istanti, in cui si sentano in pace con se stesse e con il mondo, vorrebbero far durare quel momento, sentono la pienezza e la vita attorno a sé, si sentono avvolte da qualcosa che è grande e le comprende assieme a ciò che è attorno a loro. Spesso nel vivere questa sensazione c’è di mezzo la natura, difficilmente la frenesia della vita di città, la televisione, le corse, gli stimoli e i bisogni veri e falsi della civiltà le fanno sentire altrettanto in armonia. Così vorrebbero conservare nel mucchio quelle perle preziose, e poterle tirare fuori nei giorni in cui la natura e il loro animo sono solo nebbia, uggia, foschia e buio. …Il sole che alle 8 in pu...

Piccolo racconto

La telecamera riprende dall'alto un'allegra tavolata, un venerdì sera come tanti. Adulti e bambini in allegria condividono una pizza, delle bibite, dei giochi sul cellulare, sorrisi e sguardi. Arriva la cameriera per ordinare i dolci, li elenca con dovizia di particolari, spiegando che sono tutti "fattincasa". E la tavolata si zittisce, tutti si guardano interrogativi, decidendo tacitamente cosa fare. I genitori si guardano tra loro, guardano la dottoressa, i bambini supplicano con lo sguardo i genitori, guardano imploranti la dottoressa, immaginano con l'acqulina fette di salame di cioccolata o tenerina. La cameriera resta perplessa con il blocchetto in mano, la penna pronta a segnare qualcosa. Poi una supermamma rompe gli indugi..."stiamo decidendo, sono tutti bambini diabetici..." La cameriera resta ancor più sorpresa come se non fosse possibile trovarsi di fronte ad una tavolata di bambini diabetici che si stanno divertendo, ma dallo sguardo si vede...