Passa ai contenuti principali

...davvero supermamme?

Una cosa a cui le supermamme non riescono a credere è che i loro mariti, i loro compagni, i padri dei loro figli, abbiano avuto una supermamma. Madre sì, supermamma no.
Non possono essere supermamme quelle donne che non hanno insegnato a raccogliere mutande, calze, magliette sporche dal pavimento, che li hanno serviti con primo secondo due contorni e dolce ad ogni sacro desco.
E neppure quelle che hanno permesso ai propri bambini di crescere senza coccole e baci ma con un grande senso del dovere.
E neppure quelle che entrano con le proprie chiavi facendo una “sorpresa” ai nuovi sposi. E neanche quelle che ti dicono di aver incastrato con arti maliarde i propri figli. E che dire di quelle che trovando una lettera (d’amore) indirizzata ai propri “bambini” la leggono e la commentano a tavola la domenica?
Per non parlare poi di quelle che non si accorgono di niente che non le riguardi.
Eppure anche quelle mamme hanno sofferto di nausea, hanno sperato di avere un figlio sano, hanno desiderato che crescesse, hanno messo in campo le loro forze per andare avanti…
Problema atavico e mai risolto. Rari infatti sono i casi di vera amicizia tra supermamme e mamme (super?) dei loro mariti; caso mai sincero affetto e rispetto.
Ma c’è sicuramente una cosa che rende “quelle” mamme supermamme. E’ il fatto di aver messo al mondo quell’essere magari un po’ orso ma meraviglioso con cui hanno deciso di costruire un nido, covare dei cuccioli e che hanno permesso loro di diventare supermamme

Commenti

Post popolari in questo blog

Ragazzine

Le supermamme guardano distrattamente le loro figlie femmine, quelle coccolone e morbide, quelle vezzosette e chiacchierone, quelle che cominciano ad avere le amiche del cuore, quelle che non riescono a trovare la loro, quelle che ormai passano tanto tempo sui libri, quelle che ancor più distrattamente sono già ragazzine. Donne loro, le supermamme, donne saranno loro, le proprie figlie. Ma come? Dentro c’è il loro modello, c’è quello che hanno fatto, provato, vissuto, sentito; quello per cui hanno gioito o sofferto, le battaglie che hanno intrapreso e quelle che stanno ancora combattendo, quello che hanno perso e quello che hanno trovato. Ma per quelle bambine che scappano, cosa si immaginano, cosa desiderano? quale felicità? Non riescono a pensarle diverse da sé, ma neppure uguali. Le vorrebbero, sicure, forti, capaci di muoversi nelle tempeste, passionali e decise in amore, capaci di coltivare i loro sogni, di investire nel futuro con le idee geniali che già ora hanno, di costrui...

Perle preziose

Nella vita di ciascuno e quindi assolutamente anche in quella delle supermamme c’è una profonda esigenza di sentirsi in armonia. Ungaretti nella sua sinteticità esprimeva al meglio questo concetto quando scriveva “il mio supplizio è quando non mi credo in armonia”… Ebbene a volte accade che le supermamme vivano dei momenti, a volte degli istanti, in cui si sentano in pace con se stesse e con il mondo, vorrebbero far durare quel momento, sentono la pienezza e la vita attorno a sé, si sentono avvolte da qualcosa che è grande e le comprende assieme a ciò che è attorno a loro. Spesso nel vivere questa sensazione c’è di mezzo la natura, difficilmente la frenesia della vita di città, la televisione, le corse, gli stimoli e i bisogni veri e falsi della civiltà le fanno sentire altrettanto in armonia. Così vorrebbero conservare nel mucchio quelle perle preziose, e poterle tirare fuori nei giorni in cui la natura e il loro animo sono solo nebbia, uggia, foschia e buio. …Il sole che alle 8 in pu...

Piccolo racconto

La telecamera riprende dall'alto un'allegra tavolata, un venerdì sera come tanti. Adulti e bambini in allegria condividono una pizza, delle bibite, dei giochi sul cellulare, sorrisi e sguardi. Arriva la cameriera per ordinare i dolci, li elenca con dovizia di particolari, spiegando che sono tutti "fattincasa". E la tavolata si zittisce, tutti si guardano interrogativi, decidendo tacitamente cosa fare. I genitori si guardano tra loro, guardano la dottoressa, i bambini supplicano con lo sguardo i genitori, guardano imploranti la dottoressa, immaginano con l'acqulina fette di salame di cioccolata o tenerina. La cameriera resta perplessa con il blocchetto in mano, la penna pronta a segnare qualcosa. Poi una supermamma rompe gli indugi..."stiamo decidendo, sono tutti bambini diabetici..." La cameriera resta ancor più sorpresa come se non fosse possibile trovarsi di fronte ad una tavolata di bambini diabetici che si stanno divertendo, ma dallo sguardo si vede...