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...davvero supermamme?

Una cosa a cui le supermamme non riescono a credere è che i loro mariti, i loro compagni, i padri dei loro figli, abbiano avuto una supermamma. Madre sì, supermamma no.
Non possono essere supermamme quelle donne che non hanno insegnato a raccogliere mutande, calze, magliette sporche dal pavimento, che li hanno serviti con primo secondo due contorni e dolce ad ogni sacro desco.
E neppure quelle che hanno permesso ai propri bambini di crescere senza coccole e baci ma con un grande senso del dovere.
E neppure quelle che entrano con le proprie chiavi facendo una “sorpresa” ai nuovi sposi. E neanche quelle che ti dicono di aver incastrato con arti maliarde i propri figli. E che dire di quelle che trovando una lettera (d’amore) indirizzata ai propri “bambini” la leggono e la commentano a tavola la domenica?
Per non parlare poi di quelle che non si accorgono di niente che non le riguardi.
Eppure anche quelle mamme hanno sofferto di nausea, hanno sperato di avere un figlio sano, hanno desiderato che crescesse, hanno messo in campo le loro forze per andare avanti…
Problema atavico e mai risolto. Rari infatti sono i casi di vera amicizia tra supermamme e mamme (super?) dei loro mariti; caso mai sincero affetto e rispetto.
Ma c’è sicuramente una cosa che rende “quelle” mamme supermamme. E’ il fatto di aver messo al mondo quell’essere magari un po’ orso ma meraviglioso con cui hanno deciso di costruire un nido, covare dei cuccioli e che hanno permesso loro di diventare supermamme

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